Giordania, la rivolta degli orfani e delle donne

Un Sit-in non violento davanti alla sede del governo, una donna e degli orfani chiedono sicurezza e assistenza e vengano cacciati dai soldati. [Kiwan Kiwan]

Giordania, la rivolta degli orfani e delle donne
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29 Luglio 2012 - 10.02


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Di Kiwan Kiwan

ORAIB FALEH, è stata svegliata a calci e insulti da parte delle forze di sicurezza giordane, subendo una grave umiliazione, mentre in segno di protesta dormiva con altri orfani per la prima notte di ramadan nell’area di fronte alla sede del Governo e del Primo Ministro giordano.
Non era la prima notte nella quale Oraib assieme ai bambini abbandonati e orfani faceva il suo sit- di protesta di fronte alla sede del governo. Negli ultimi mesi infatti a Amman più di una volta il gruppo si è radunato davanti alla sede del Governo finché non è stato deciso un sit-in ad oltranza. Poi è intervenuto il fratello del Re il Principe Ali Bin Al-Hussein e ha annunciato provvedimenti ni favore dell’infanzia abbandonata.

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Ma all’inizio del mese di ramadan la protesta è ripresa per denunciare le promesse ancora una volta disattese, l’assenza e il silenzio da parte del governo rispetto alla situazione di solitudine e disperazione nella quale si trovano i bambini abbandonati . A quel punto la gendarmeria ha interrotto il sit-in con la forza, prima che fosse recintata la zona attorno alla sede di governo. Una mossa che ha suscitato le critiche al governo da parte di politici e attivisti: “avete arrestato anche la piazza” hanno detto.

In seguito i bambini assieme a Oraib hanno presidiato Piazza Abdun, in una zona di lusso nella capitale Amman, la piazza in poco tempo è diventata meta di attivisti, politici e operatori sociali ma erano assenti i responsabili governativi nonostante la sollecitazione del Re Abdallah a risolvere i loro problemi.

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Chi osserva bene questa donna, Oraib, 26 anni vissuti faticosamente nella sofferenza e nell’abbandono, vede una persona oggi spensierata che era uscita all’età di 18 anni dal villaggio per bambini orfani e abbandonati per trovarsi senza fissa dimora in balia di un mondo esterno che l’ha disorientata, ha affrontato il carcere per sette anni e mezzo, poi ne è uscita nove mesi fa, una volta fuori ha detto: “era meglio la prigione perché garantiva la sicurezza, il vitto e l’alloggio”.

“Io protesto con i miei fratelli orfani e abbandonati per chiedere al governo e alla società di assumersi le responsabilità che gli competono” ha detto. Quindi ha aggiunto: “voglio vivere come qualsiasi altro essere umano, e mi sento sola e priva di tutto, non so come descrivere i miei sentimenti, la realtà è che la gente ci guarda con disprezzo”.

In Giordania son tre le categorie dei bambini disagiati : bambini non riconosciuti dai genitori, le vittime delle separazioni e divorzi e gli orfani di entrambi i genitori.

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Forse Oraib riuscirà a dare una scossa alle coscienze Giordane.

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