Siria, Kofi Annan: subito la tregua

Conto alla rovescia per il cessate il fuoco che entrerà in vigore il 10 aprile. Lo scetticismo è forte, ma l'inviato dell'Onu ci crede.

Siria, Kofi Annan: subito la tregua
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6 Aprile 2012 - 10.42


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Kofi Annan incassa la dichiarazione di pieno sostegno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite e procede verso l’attuazione del suo piano in sei punti volto a dare una soluzione politica alla crisi siriana che ha fatto già 9mila morti. Ieri l’inviato speciale dell’Onu ha confermato l’arrivo a Damasco del team incaricato di preparare la missione degli osservatori dell’Onu che vigileranno sul rispetto del cessate il fuoco atteso il prossimo 10 aprile.

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Annan ha sottolineato che dalla Siria continuano ad arrivare notizie allarmanti di uccisioni e abusi, e per questo, ha detto, è essenziale «mettere a tacere carri armati, elicotteri, mortai, e fermare esecuzioni, torture, abusi sessuali e tutte le altre forme di violenza». Fonti delle opposizioni ieri hanno riferito ancora di decine di vittime, denunciando che l’esercito circonda ancora i centri abitati ribelli e informato inoltre di bombardamenti che avrebbero ucciso tra mercoledì e giovedì sera un centinaio di persone. Kofi Annan invece ha detto di «aver ricevuto informazioni» del ritiro «parziale» delle truppe governative da almeno tre città: Idlib, Zabadani e Daraa nel sud.

Il documento approvato dal Consiglio di Sicurezza chiede, tra l’altro, che il governo siriano rispetti «immediatamente, e non oltre il 10 aprile prossimo» l’impegno assunto sul disimpegno militare. Da parte sua il regime del presidente Bashar Assad afferma di non essersi impegnato a completare il ritiro delle truppe dai centri abitati entro 48 ore dal 10 aprile prossimo e che questa data indica solo l’inizio del disimpegno militare. Intanto si annuncia una Pasqua «senza celebrazioni» per una parte della minoranza cristiana in Siria a causa delle violenze e delle tensioni. Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita fondatore della comunità monastica siro-cattolica di Deir Mar, riferisce che la situazione è particolarmente difficile a Homs, il principale bastione dei rivoltosi, da dove, secondo alcune fonti, sarebbero scappati 150mila cristiani.

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