Il Papa vota Santorum e rilancia la virtù della castità

Benedetto XVI rilancia davanti ai vescovi statunitensi: la libertà religiosa è a rischio. Gli anticoncezionali insidiano la fede. Per questo c'è bisogno di Santorum alla Casa Bianca.

Il Papa vota Santorum e rilancia la virtù della castità
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10 Marzo 2012 - 21.35


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di Francesco Peloso

Benedetto XVI non molla: riceve in Vaticano un altro gruppo di vescovi Usa e ribadisce il concetto: la libertà religiosa è a rischio nel grande Paese. Nientemeno! Sullo sfondo le turbolente primarie repubblicane dove il campione ultraconservatore appoggiato dalla destra cattolica ed evangelica, Rick Santorum, segue da vicino il favorito e mormone Mitt Romney. Che gara ragazzi, sembra Torquemada contro Pio IX, che quasi uno deve scegliere Pio IX (Aiuto!!!).

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La vicenda è ormai nota. La Casa Bianca ha stabilito con una norma che tutte le assicurazioni sanitarie devono coprire per i loro assistiti anche le spese per i farmaci anticoncezionali, il che riguarda anche tutte le istituzioni cattoliche, comprese naturalmente quelle ospedaliere che si avvalgono di una loro assicurazione per la salute; pure queste ultime devono – anzi dovevano fino a poche settimane fa – rimborsare questo tipo di spese.

Dopo le proteste dei vescovi Barack Obama ha fatto una mediazione: l’obbligo sparisce ma l’assicurato, avrà comunque le spese coperte, insomma l’istituzione fa obiezione (visto che ci tiene tanto) ma la persona, se non lo ritiene, no. Ovviamente non è bastato al compatto battaglione dei vescovi a stelle e strisce, forse pure perché tanti assistiti magari in futuro sceglieranno, chissà, un’altra assicurazione. A questo punto, però, la rivista dei gesuiti d’Oltreoceano, “America”, ha detto ai vescovi: non c’è più nodo del contendere, ora fate politica.

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E in effetti è proprio quello che il nuovo arcivescovo di New York nominato da poco cardinale dal Papa, sta facendo. Timothy Dolan tira la volata a Santorum e prova a mettere in difficoltà Obama, ma per ora il risultato è che i cattolici sono spaccati (senza contare quelli/e che usano la pillola senza avvertire Dolan). E poi sui grandi temi economici e sociali la Chiesa, a Roma e a Washington, di fatto tace. Non sono queste la priorità del momento, non per loro almeno. Per noi comuni mortali a quanto pare sì.

Ma oggi il Papa, non contento, ha detto il suo tuonante “no” ai matrimoni gay o a forme di riconoscimento affini, ha difeso la famiglia e – guarda un po’ – la virtù della castità; dimenticando di dire con quanta fatica è osservata anche all’interno della Chiesa. Nelle stesse ore l’Osservatore permanente della Santa sede all’Onu di Ginevra (Consiglio dei diritti umani), spiegava che gli Stati non devono riconoscere diritti specifici – cioè diritti tout court – per gli omosessuali – così, ha detto, non si fa il bene comune della società. Poi ha subito aggiunto che comunque la discriminazione va combattuta (furbo eh?). Non c’è male, un bel programmino di rinnovamento per la Chiesa universale che cammina con la testa rivolta fieramente all’indietro.

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