Storia del patriarca ricattato dalla Siria

Spuntano registrazioni segrete e il capo della chiesa maronita libanese di schiera per Assad. Che dice il Vaticano?

Storia del patriarca ricattato dalla Siria
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19 Novembre 2011 - 23.33


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Il professor Antoine Basbous, apprezzato studioso libanese che vive e insegna da anni a Parigi, ha pubblicato recentemente un libro, “Le Tsunami Arabe”, che rischia di essere uno tsunami, ma per il nuovo patriarca maronita di Beirut. E non è certo una questione confessionale che lo ha mosso a pubblicare le gravi rivelazioni che coinvolgono il capo di una delle chiese più antiche e prestigiose del Medio Oriente, visto che il professor Basbous è anch’egli maronita. Non solo: il patriarcato maronita del Libano è anche un punto di riferimento importante e nevralgico per la politica vaticana in tutta la regione, del resto lo stesso Patriarca ha ricevuto solo pochi mesi fa il placet di Benedetto XVI.

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Come tutti i maroniti dunque, Basbous sa che la sua chiesa ha sempre sostenuto l’indipendenza del Libano dalla Siria e durante i lunghi anni in cui patriarca era il cardinale Nasrallah Butros Sfeir, cioè dal cuore della disperata guerra civile libanese fino a marzo di quest’anno, è stata anche esplicitamente critica del regime degli Assad e della sua intrinseca brutalità. Per questo oggi la chiesa maronita potrebbe godere di un “vantaggio morale”, quello che si riconosce sempre a chi è stato da sempre dalla parte “giusta”, avvantaggiando, quindi, anche i cristiani nel complesso e non facile futuro della Siria post-Assad che ormai sta arrivando.

Ma questo capitale è stato dilapidato in pochi mesi dal nuovo patriarca, Bechara Rai, che ha scelto di schierarsi a sostegno di Bashar al-Assad personalmente e del suo regime più in generale, lasciando di stucco molti osservatori. Rai è andato in Vaticano, poi ha incontrato Ban Ki Moon a New York e Nicolas Sarkozy a Parigi. Ma dato che difendeva Hezbollah e il regime di Damasco, la Casa Bianca ha preferito declinare il faccia a faccia con il Patriarca.

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Ma la domanda è: come Bechara Rai ha messo in atto una virata così incomprensibile e repentina proprio pochi metri prima del nastro d’arrivo? In proposito, il professor Basbous, in un passaggio del suo libro, tra l’altro scrive: ”per ostacolare l’operato del patriarca Sfeir, Ghazi Kanaan (all’epoca proconsole siriano in Libano) avvicina nel 1998 tre vescovi : E mile Saade’, Youssef Bechara e Bechara Rai. I primi due riferiscono subito dal patriarca , mentre Rai riceve piu volte Kanaan nel suo vescovado a Amachit. Una di queste volte Kanaan arriva insieme a una giornalista della Voce del Libano (pare sia Warde ma l’autore non la cita , ndr ). Durante la visita i suoi accompagnatori riescono a ficcare microfoni e telecamere nel suo ufficio. Un giorno Rai fa una dichiarazione che Kanaan non gradisce, allora questi lo chiama nel suo quartier generale di Anjar e Rai ci va e appena si siede Kanaan lo apostrofa malamente, allora Rai tenta di controbattere e improvvisamente Kanaan tira fuori delle registrazioni che costringono Rai alle lacrime, supplicando il suo interlocutore di non pubblicarle. Al suo ritorno Rai rimane chiuso nel suo vescovado per tre giorni, senza mai uscire.

Kanaan e’ morto e sepolto da tempo ma la registrazione e’ ben nascosta e conservata negli archivi siriani. Prima della recente visita a Parigi del patriarca Rai, un vescovo a lui molto vicino è stato convocato a Damasco per incontri con personalità di alto livello. Il Vaticano era al corrente della visita, ma sapeva delle vicisitudini di Rai prima dalla sua elezione a patriarca?” . Fin qui Basbous, cosa dirà ora il Vaticano?

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