La serie A sceglie ancora l'Arabia Saudita: soldi per pulire l'immagine di chi viola i diritti umani

Lega calcio di Serie A ha deciso di voler disputare le prossime quattro edizioni in Arabia Saudita. Protestano le Ong. Una dichiarazione di Riccardo Cucchi

La serie A sceglie ancora l'Arabia Saudita: soldi per pulire l'immagine di chi viola i diritti umani
Manifestazione contro l'assassinio dell'oppositore saudita Khashoggi
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14 Marzo 2023 - 09.49


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Si è parlato tanto del Qatar, dei mondiali assegnati ad un paese nel quale non si rispettano i diritti umani e poi il calcio italiano – nel nome del dio denaro – continua a scegliere l’Arabia Saudita, paese nel quale nel 2023 c’è ancora una monarchia assoluta e il cui principe ereditario – che di fato è il numero uno – ha fatto uccidere e tagliare a pezzi un suo oppositore, Jamal Khashoggi, senza che la comunità internazionale abbia alzato un solo dito. E ora ci risiamo.

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L’assemblea della Lega calcio di Serie A ha deciso il cambio di format della Supercoppa italiana ma ha confermato di voler disputare le prossime quattro edizioni in Arabia Saudita.

Riccardo Cucchi, storica voce della trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” e presidente della giuria del premio “Sport e diritti umani” di Amnesty International Italia e Sport 4 Society, ha diffuso per conto delle due associazioni questa dichiarazione:

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“Il rispetto dei diritti umani fa parte dei valori fondanti dello sport. Il denaro non può essere più importante dell’impegno a difenderli. È un grave errore sfruttare il calcio per operazioni di sportwashing utili solo a chi vuole nascondere la violazione dei diritti umani. Il calcio non può certamente cambiare, da solo, il mondo. Ma può impegnarsi a migliorarlo”.

“La situazione dei diritti umani in Arabia Saudita è grave. Con questa scelta la Lega di Serie A mostra assoluta insensibilità e disinteresse”.

“L’obiettivo dello sportwashing è organizzare grandi eventi sportivi per mostrare un’immagine lontana dalla realtà e ostacolare la denuncia delle violazioni dei diritti umani. Silenzio in cambio di denaro: il calcio italiano non sia complice di queste operazioni”.

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