Bloccata la 'deportazione' della bielorussia Tsimanouskaya: ora è protetta dalla polizia giapponese
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Bloccata la 'deportazione' della bielorussia Tsimanouskaya: ora è protetta dalla polizia giapponese

La velocista stava per essere rimpatriata contro la sua volontà per aver criticato lo staff della nazionale. Ora vuole chiedere asilo politico a Germania o Austria.

Krystsina Tsimanouskaya
Krystsina Tsimanouskaya
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2 Agosto 2021 - 11.18


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Non è stata rimandata nelle grinfie del dittatore.

L’atleta bielorussa Krystsina Tsimanouskaya, che ha accusato le autorità del suo paese di aver tentato di rimpatriarla con la forza, è sotto la protezione della polizia giapponese. 

L’ha affermato oggi il Cio, sostenendo che anche la Commissione diritti umani è coinvolta nella vicenda.

Nel quotidiano briefing del Comitato internazionale olimpico, il portavoce del Cio Mark Adams ha letto una dichiarazione dell’organismo: “Il Cio ha parlato con la valorosa atleta Tsimanouskaya direttamente la scorsa notte. Lei stava con le autorità aeroportuali all’aeroporto di Hanedsa, era accompagnata da membri dello staff di Tokyo 2020 e si sentiva al sicuro. Ha trascorso in tranquillità la notte presso l’Airport Hotel. Il Cio continuerà a parlare con lei e con le autorità giapponesi per determinare i prossimi passi da intraprendere nei prossimi giorni”.

L’atleta bielorussa avrebbe dovuto competere nei 200 metri femminili di atletica oggi, ma si è rivolta alla polizia ad Haneda chiedendo di aiutarla a non essere imbarcata in un aereo di ritorno verso la Bielorussa, dopo che ha criticato funzionari della delegazione bielorussia.

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Tsimanouskaya intende chiedere asilo politico in Germania o Austria, ma ha già ricevuto la disponibilità da parte della Polonia e della Repubblica Ceca ad accoglierla.

Per quanto riguarda l’accusa lanciata dall’atleta nei confronti della delegazione bielorussa di aver tentato di rapirla, Adams ha risposto: “Ha parlato alla polizia all’aeroporto. Se c’è un reato, se ne occuperà la polizia”.

L’atleta nei giorni scorsi aveva denunciato attraverso i social media negligenze da parte dei tecnici bielorussi e anche il tentativo di rimpatriarla a forza. L’atleta aveva chiesto di aiutarla.

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