Se n’è andato ieri Diego Armando Maradona, simbolo di Napoli.
Il sindaco De Magistris lo ha ricordato, dichiarando che lo stadio San paolo presto avrà il suo nome: “Ci siamo già mossi questa mattina, faremo i primi passi formali per dedicare lo stadio di Napoli a Maradona, ovviamente ci sono dei tempi, ma saranno tempi brevi, perché quando c’è una volontà così forte credo che non ci sia carta bollata che tenga. Chissà se non riuscissimo a farlo coincidere con l’inizio della ripresa delle partite con il pubblico. Sarebbe bellissimo”.
De Magistris ricorda: “Erano gli anni del dopo terremoto, Napoli era piegata, il calcio, che è una passione per gli italiani, vedeva il Napoli sempre sotto, la Juve, il Milan, l’Inter, sembravano squadre irraggiungibili. – ha ricordato ancora de Magistris – Un Napoli che non riusciva ad emergere e attraverso Maradona, quel funambolo, quel genio che da solo riusciva a vincere una partita è stato il riscatto di un popolo”.
“Ma non solo il pallone che ha rappresentato, il simbolo, – ha aggiunto il sindaco – ma lui amava Napoli, quindi voleva, attraverso il calcio, far conoscere al mondo una città piena umanità, di cuore, di energia, piena di fantasia, piena di potenza, un vulcano… nel bene e nel male. Poi siamo arrivati ai tempi nostri, attraverso una generazione, e ho visto anche giovanissimi, che non lo hanno conosciuto, i miei figli giovanissimi, che però tengono Maradona nella testa e nel cuore”.
“Un genio perfetto nel campo di calcio e fuori era un essere umano, molto generoso, qualcuno se ne è approfittato, è caduto tante volte e si è rialzato. Gli abbiamo dato la cittadinanza onoraria nel 2017 – ha concluso de Magistris – aveva sempre una parola per i più fragili, era una persona che sapeva cosa era la povertà: ha dimostrato che non si deve essere perfetti per diventare immortali e lui lo è nelle emozioni che ha donato”.