Anna Frank, la difesa ridicola dei tifosi della Lazio: "pensavano fosse un'attrice?"
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Anna Frank, la difesa ridicola dei tifosi della Lazio: "pensavano fosse un'attrice?"

Gli ultrà della Lazio interrogati dopo il caso degli adesivi: "Pensavamo fosse la figlia di Fantozzi"

Caso adesivi Anna Frank
Caso adesivi Anna Frank
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10 Aprile 2018 - 13.10


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“Non sapevamo che fosse una giovane deportata ebrea, pensavamo fosse la figlia di Fantozzi”. Così gli ultrà della Lazio si sono rivolti al pm che li ha interrogati per il caso degli adesivi esposti in Curva Sud all’Olimpico. Che si sia trattato di ignoranza o (incredibile) sfottò lo stabiliranno i magistrati della Procura di Roma dopo aver sentito le assurde giustificazioni date da 6 dei 14 tifosi laziali accusati di incitamento all’odio razziale per aver affisso lo scorso 22 ottobre all’interno della curva romanista, in occasione della partita Lazio-Cagliari, diversi adesivi riportanti l’effige di Anna Frank con indosso la maglia giallorossa.

“Anna Frank? Non so chi sia”. “Pensavo fosse Mariangela, la figlia di Fantozzi”. Si è sentito davvero di tutto durante l’interrogatorio. Risposte assurde, tanto che – come riportato da Il Tempo – dopo un’iniziale momento di sbigottimento, il pm avrebbe alzato la voce a tal punto da farsi sentire nei corridoi del Tribunale. Come si fa, infatti, a confondere il viso di una bambina morta nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, divenuta in tutto il mondo un simbolo della Shoah per il suo straziante diario della prigionia, con il personaggio cinematografico interpretato a partire dal ’75 da un uomo travestito da ragazzina nella saga comica di Fantozzi?
Sul piano processuale, per il procuratore aggiunto Francesco Caporale sarà fondamentale capire se tutti i 14 ultras indagati (tra i 17 e i 53 anni) abbiano consapevolmente utilizzato il viso della bambina ebrea vittima dell’Olocausto per dileggiare i loro avversari resuscitando l’antisemitismo. Quel fotomontaggio, secondo l’accusa, aveva un «intento chiaramente denigratorio e di scherno». Anche perché era accompagnato da altre scritte: “Romanista ebreo” e “Romanista Aronne Piperno”, con riferimento al celebre personaggio di origine ebraiche presente nel film “Il marchese del Grillo”.

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