Il prossimo turno sembra favorire la Juve, ma il Napoli vuole correre ancora
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Il prossimo turno sembra favorire la Juve, ma il Napoli vuole correre ancora

I bianconeri ospitano il derelitto Benevento, mentre Sarri fa visita al Chievo. L'Inter in casa col Toro, la Roma rischia con la Fiorentina.

Alex Sandro
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4 Novembre 2017 - 11.39


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La dodicesima giornata del campionato di Serie A, guardando le singole partite, sembra favorire la Juventus che incontra, nel suo stadio, un Benevento sempre più derelitto, che rischia di infilare sua dodicesima sconfitta consecutiva.

Partita di ordinaria amministrazione? Sì, ma che per la Juventus serve a rinserrare le file dopo la non certo entusiasmante prestazione di Lisbona, dove qualcuno (leggi: Dybala) non è sembrato al top, per come richiede il vestire la maglia bianconera, che non ammette neanche irragionevoli proteste pubbliche. Da questo punto di vista il Benevento è l’avversario ideale, ma non per questo Allegri non pretende, come sempre, il massimo impegno. Il resto della giornata vede a Milano (sponda Inter) e Firenze le due partite di cartello. I nerazzuri incontrano un Torino perenne incompiuto, che fino a una settimana fa aveva l’alibi dell’assenza di Belotti, come se il centroavanti fosse la medicina per tutti i mali. Si vedrà domani se e come Mihajilovic abbia risolto i problemi in casa granata. Di fronte avrà un’Inter ancora imbattuta (seconda dietro il Napoli, grazie a nove vittorie e due pareggi) che vuole continuare nella striscia casalinga vincente puntando sulla solita formazione. Più complessa la trasferta toscana della Roma che va a fare visita ad una Fiorentina discontinua, ma pur sempre pericolosa se azzecca la giornata giusta. I giallorossi volano sulle ali di un meritato entusiasmo e, in attesa di recuperare la partita esterna con la Samp, non vogliono perdere punti per strada. La capolista Napoli viaggia verso Verona (sponda Chievo), città che con i partenopei non è che abbia un grande rapporto di stima, con punte di ostilità marcate (sponda Hellas) che hanno consentito ai supporter azzurri di vergare la più bella risposta mai data agli insultatori di mestiere (‘Giulietta è ‘na zoccola’) lasciata ad impetiruta memoria di come lo sport può essere anche ironia.
La squadra di Maran in casa è un cliente difficile da affrontare, per la sua organizzazione. Ma qualche volta il meccanismo si inceppa e va incontro a cocenti delusioni. E Sarri è troppo intelligente per sottovalutare il Chievo.
Un’altra delle squadre di vetta che corrono è la Lazio, che ospita una Udinese che ha ripreso coraggio dopo la vittoria con l’Atalanta, ma che è lontana dall’essere fuori dalla crisi di gioco delle ultime settimane. Simone Inzaghi ed i suoi parrebbero potersi sbarazzare dei banconeri friulani facilmente, ma attenzione alle sorprese. Perché l’Udinese ha i giocatori giusti (poca classe, tanta volontà) per arroccarsi in difesa lanciando veloci contropiede.
Cagliari-Verona e Atalanta-Spal fanno da contorno ad una giornata che pare avere già scritto il suo esito. E poi c’è il derby di Genova che vede la Sampdoria partire da favorita. Una partita che è sempre uno spettacolo, visto quel che le rispettive tofoserie sanno fare. Nella speranza che le due dirigenze (una in particolare…) non eccedano in atteggiamenti pittoreschi al limite della provocazione che potrebbero inasprire gli animi. Ed infine Sassuolo-Milan, che potrebbe essere decisiva per il futuro di Vincenzo Montella. Il caso è beffardo, perchè mette di fronte il Milan contro la squadra che ha un presidente milanista sino al midollo (Squinzi) che non ha mai nascosto la sua fede, soprattutto quanto i neroverdi hanno giocato con l’Inter, vista – alla faccia della sportività – come una guerra di religione piuttosto che un semplice incontro.
Montella, dopo la deludente partita con l’Aek di Atene, sa di essere a rischio esonero. Una soluzione che la dirigenza milanista sta già valutando, dopo avere incontrato Rino Gattuso, attuale allenatore della Primavera, ma con un passato non esaltante quando ha guidato quadre maggiori. Ma il calcio è questo: se la squadra va male si cambia l’allenatore, non potendo cambiare i giocatori. Ma chi ha fatto una campagna acquisti basata sulle figurine e non sul valore reale dei giocatori non paga mai?

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