La Nasa ed i privati partono per la Luna: in valigia Scienza, crypto, Arte e ceneri umane

L'8 gennaio partirà il lander Peregrine dell'azienda Astrobotics in direzione della Luna. Il lancio avviene all'interno di un programma in collaborazione con la Nasa il cui obiettivo è amplificare la ricerca scientifica ed i rapporti commerciali

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Lander Peregrine
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8 Gennaio 2024 - 10.53 Culture


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Sono passati circa sessant’anni dagli anni della corsa allo spazio in competizione in piena guerra fredda tra Urss e Stati Uniti. Le cose sono cambiate, lo spazio non è più un luogo solo delle grandi nazioni ma anche dei privati.
Oggi, 8 gennaio, è prevista la partenza del vettore Vulcan della United Launch Alliance ed il lancio fa parte della missione del lander Peregrine all’interno programma Commercial Lunar Payload Services della NASA, il quale si concentra sulla Luna e sull’economia spaziale. Una collaborazione tra pubblico e privato, che utilizza l’attrattività della space economy per ricercare investitori per i viaggi della NASA verso la Luna.

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Sembra una vita fa quando il primo Lander dell’Unione Sovietica atterò sulla Luna nel 1966, come anche sembra passata una vita da quel 20 luglio del 1969 ed il primo allunaggio dell’Apollo 11 di cui è rimasto scalpito nei nostri ricordi e nelle nostre orecchie lo storico “Ha toccato” di Tito Stagno.

Che sia il cambiamento di un’era è anche testimoniato dagli oggetti che verranno trasportati sulla Luna nel viaggio che inizierà l’8 gennaio: sei strumenti utili per raccogliere dati scientifici creati dalla NASA (ed uno in collaborazione con l’ESA) ma anche uno strumento scientifico dell’agenzia spaziale messicana.

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Ma anche qualcosa che sessant’anni fa sarebbe stato impensabile, il mondo crypto: dalle isole Seychelles una moneta dedicata alla Luna in un Bitcoin integrato; l’azienda Btc invece spedisce il Genesis Block cioè il primo blocco di Bitcoin ad essere estratto.

Le aziende Celesis e Elysium Space che si occupano di “servizi commemorativi per far lanciare una parte simbolica delle ceneri di un defunto nello spazio, nell’orbita terrestre, sulla Luna e nello spazio profondo” riusciranno nel loro obiettivo ma creando non poche polemiche per le implicazioni etiche su cui dovrà riflettere la space economy: ad esempio, per i Navajo le ceneri umane sulla Luna violerebbero uno spazio sacro.

Ci sarà anche una rappresentanza italiana, tra arte e tecnologia l’artista torinese Alessandro Scali, direttore creativo di Tembo, agenzia branded commerce di Torino, ha realizzato due nano litografie di pochi centinaia di nanometri, realizzate su chip di silicio delle dimensioni di 1×1 millimetri.

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La prima opera, intitolata “C’Moon,” è una raffigurazione stilizzata dell’impronta del piede destro dell’artista. La seconda, “Man with Smartphone,” ritrae un uomo con uno smartphone, sottolineando la connessione tra l’arte e la tecnologia contemporanea. Alessandro Scali commenta: “È curioso riflettere sul fatto che due artefatti di pochi nanometri, sostanzialmente invisibili, siano, paradossalmente, una macroscopica testimonianza del successo della creatività italiana e del suo riconoscimento internazionale, in particolare della sorprendente collaborazione tra arte e ricerca scientifica.” Le due nano opere saranno ospitate all’interno della MoonArk, una scultura di dimensioni ridotte, non più alta di 20 centimetri e dal peso complessivo di poco più di 250 grammi, composta da quattro capsule del tempo.

L’allunaggio è previsto per il 23 febbraio e, se tutto dovesse andar bene, sarà il primo veicolo privato ad atterrare sulla Luna. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per il capitalismo, verrebbe da dire.

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