L’arte di Rafik Anadol a Gorizia, tra algoritmi e poesia

Il progetto site spesific dell’artista turco statunitense che lavora da oltre dieci anni con il digitale e la manipolazione dei dati, sarà visibile dal prossimo 16 dicembre alla rinnovata Galleria Bombi.

L’arte di Rafik Anadol a Gorizia, tra algoritmi e poesia
Fonte @ilGiornaledell'Arte
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10 Dicembre 2025 - 16.52 Culture


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Gorizia si appresta ad ospitare una grande opera digitale di Rafik Anadol. E sarà la rinnovata Galleria Bombi a contenere Data Tunnel, il progetto digital art più grande d’Europa. Dal 16 dicembre prossimi, i 300 metri di tunnel della DAG-Digital Art Gallery, lascito alla città di GO!2025, Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura 2025, saranno ad accogliere la nuova opera dell’artista turco-statunitense. 

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L’installazione immersa site-specific, nasce da una ricerca sul modello di intelligenza artificiale Large Nature Model, allenata su milioni di immagini ambientali e dataset provenienti da musei e archivi scientifici internazionali. L’intero LEDwall curvo ed avvolgente della Galleria Bombi, sarà sfruttato per l’istallazione. L’opera è stata possibile grazie al coinvolgimento di un team internazionale di oltre 20 persone, le quali hanno lavorato per oltre un anno, manipolando i dati come fossero pigmenti, memoria e materia visiva, che generano forme organiche in trasformazione. “Utilizziamo l’intelligenza artificiale come un pennello e con quello creiamo l’opera” ha spiegato l’artista. “Amo la cultura italiana e abbiamo tenuto a mente i grandi artisti del passato, come Michelangelo e Donatello: il Rinascimento è la mia grande fonte di ispirazione. Il mio motto è ‘Non dimenticare il passato, ma immagina sempre il futuro’, così il nostro lavoro rispetta la storia dell’arte mentre punta all’innovazione”. Il Rinascimento è in effetti al centro di un’altra opera digitale site specific dell’artista, Renaissence Dreams, visibilepresso la Fondazione Cariplo fino al 31 dicembre.

Tornando a Data Tunnel e l’uso dell’intelligenza artificiale per la sua realizzazione, si è espresso sottolineando il valore dell’impegno e della ricerca costante, anche nel caso dell’uso della tecnologia nelle nuove forme artistiche: “Bisogna provare e riprovare, non c’è nessuna scorciatoia, non esiste un pulsante magico che fa l’arte. Bisogna trovare le connessioni giuste, cerchiamo l’umano in quello che non è umano. Siamo andati a raccogliere dati in natura per esempio nella foreste pluviali e nei ghiacciai, e poi abbiamo utilizzati dati open source. A quel punto abbiamo creato l’algoritmo e allenato l’IA sul progetto, che è un processo molto difficile per uno studio artistico rispetto a una grande azienda tecnologica, perché le nostre risorse sono limitate. Nel tunnel vedrete milioni di immagini che prendono forma, accompagnate da una bellissima colonna sonora, e le persone avranno una prospettiva unica da ogni punto della galleria. E tutto questo sarà possibile grazie ad energia sostenibile”. 

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A proposito della DAG-Digital Art Gallery, che sarà gratuitamente accessibile Rafik Anadol ha espresso il valore e l’importanza di avere luoghi simili: “È molto raro che ci siano luoghi come questo, dobbiamo celebrarlo. Credo che l’arte sia di maggiore ispirazione quando non si trova solo in un museo, è pubblica e alla portata di tutti. Credo che questo progetto unisca le persone e porti l’arte pubblica a un altro livello. Luoghi come questo permettono all’arte digitale di diventare parte della società. Immaginate le domande che porrà il pubblico, le persone andranno a casa e si informeranno su internet, l’opera potrebbe ispirare altri artisti. L’arte digitale ci ricorda che il mondo sta cambiando e li porta a chiederci cosa accadrà in futuro. Spero che l’opera tocchi anime e menti, che le persone siano intellettualmente e spiritualmente stimolate dal nostro lavoro”.  

Rafik Anadol che lavora nella sua arte manipolando algoritmi e usando forme diverse di intelligenza artificiale per produrre forme poetiche ha però una chiara visione del futuro, fatto di collaborazione tra umani e macchine. L’uso delle nuove tecnologie non può prescindere dall’etica: “Credo che il futuro sarà umano, ma ci sarà una collaborazione con le macchine. E dal momento che le macchine ci rispecchiano è importante utilizzare l’IA in maniera responsabile. Dobbiamo avere buone intenzioni”.

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