Migrante si toglie la vita nel Centro rimpatri: lo dovevano rimandare in Pakistan
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Migrante si toglie la vita nel Centro rimpatri: lo dovevano rimandare in Pakistan

 Un giovane migrante, di 28 anni, di origine pakistana, portato ieri pomeriggio nel Centro per i rimpatri e per i richiedenti asilo (Cpr) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), si è suicidato un'ora dopo il suo ingresso nella struttura

Migrante si toglie la vita nel Centro rimpatri: lo dovevano rimandare in Pakistan
Il Cpr di Gradisca
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1 Settembre 2022 - 21.25


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Per la retorica della destra reazionaria era uno dei tanti finti profughi che la guerra ce la portano in casa. Per chi ha altri occhi era un disperato che ha scelto di togliersi la vita al solo pensieri di tornare in quello che presumibilmente era l’inferno da cui era fuggito.

 Un giovane migrante, di 28 anni, di origine pakistana, portato ieri pomeriggio nel Centro per i rimpatri e per i richiedenti asilo (Cpr) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), si è suicidato un’ora dopo il suo ingresso nella struttura. Lo riporta il sito del quotidiano friulano Messaggero Veneto precisando che il giovane aveva effettuato la visita medica e che il suo comportamento sembrava normale. 

Il giovane si sarebbe suicidato nella camerata alla quale era stato assegnato, dopo aver atteso che le persone con le quali divideva gli spazi uscissero per fumare una sigaretta nelle «vasche» esterne alle stanze. A trovarlo sono stati gli stessi compagni, che hanno allertato gli operatori dell’ente gestore e i soccorsi. Questa mattina è giunta la Polizia giudiziaria per gli accertamenti, hanno raccolto le testimonianze dei compagni di camerata e degli operatori.

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Il giovane era stato trasferito al Cpr di Gradisca da un’altra Questura vicina, forse dopo essere stato individuato in Italia. 

Il Messaggero Veneto riporta le parole della Garante comunale per i diritti delle persone recluse, Giovanna Corbatto: «Non sappiamo se e quali fantasmi si portasse dietro, se la sua drammatica decisione sia stata pianificata o improvvisata, se avesse patologie. Avendo trascorso solo un’ora al Cpr sarei prudente nel citare le condizioni di vita all’interno come causa o concausa di un gesto così estremo».

Per Corbatto il giovane non sarebbe stato contrario a un rimpatrio volontario nel suo Paese d’origine. 

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