Il Codacons se la prende con Liliana Segre: "Invitare la Ferragni al memoriale per la Shoah? Non è il suo ambito"

Con una lettera inviata alla senatrice, il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha criticato la scelta di invitare la famosa influcencer al memoriale della shoah, con l'obiettivo di attrarre i giovani.

Il Codacons se la prende con Liliana Segre: "Invitare la Ferragni al memoriale per la Shoah? Non è il suo ambito"
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20 Maggio 2022 - 18.48


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Il Codacons, l’Associazione per i consumatori presieduta da Carlo Rienzi, non perde occasione per far parlare di sé. Questa volta, l’obiettivo è stata la senatrice Liliana Segre e il suo invito a Chiara Ferragni di visitare il memoriale della Shoah. Nella lettera inviata alla senatrice, Rienzi espone il rischio di confondere “quantità e qualità, privilegiando la prima a danno della seconda”.

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“Gentilissima Senatrice Liliana Segre, Le indirizzo questa mia nel rispetto assoluto della Sua vicenda e della Sua figura. Un rispetto doveroso e meritato che però non mi impedisce di essere sincero (come sempre): non Le nascondo quindi che quando ho letto le Sue dichiarazioni riguardanti Chiara Ferragni e la memoria della Shoah sono rimasto di stucco”.

“Se è vero che razzismo, antisemitismo e xenofobia non possono essere tollerati dalle società democratiche perché minano le fondamenta stesse della comunità, e che le battaglie che Lei Senatrice porta avanti devono essere condivise e sostenute da tutti coloro che si riconoscono nei valori di libertà e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione, questo però non significa essere d’accordo su tutta la linea con Lei: e io, francamente, non lo sono affatto», scrive Rienzi. Il presidente del Codacons sottolinea: “Non si tratta di una questione di principio: anche noi abbiamo invitato Chiara Ferragni, con cui pure abbiamo avuto tanti scontri in passato, al convegno sui social organizzato dal Codacons per il 6 luglio all’Auditorium di Roma. Ma in quel caso si tratta dell’ambito di cui la Ferragni è vera esperta e si occupa tutti i giorni”.

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Per Rienzi, “il rischio è evidente: confondere la quantità (dei giovani coinvolti, ndr) con la qualità, privilegiando la prima a danno della seconda”. Se è vero infatti “che `tanti giovani´ potrebbero interessarsi alla Shoah sfruttando la capacità di richiamo dell’influencer di turno, e che questo risultato in sé sarebbe senza dubbio positivo, non pensa che proprio la formula scelta per aumentare la partecipazione svuoterebbe del tutto la portata culturale umana e storica della cosa?”, ribadisce il presidente del Codacons.

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