Il patriarca Kirill difende ancora una volta la guerra di Putin: "La Nato ha ignorato le preoccupazioni della Russia"
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Il patriarca Kirill difende ancora una volta la guerra di Putin: "La Nato ha ignorato le preoccupazioni della Russia"

Per Kirill "la russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti" e "i leader occidentali stanno imponendo tali sanzioni economiche alla Russia che saranno dannose per tutti".

Il patriarca Kirill difende ancora una volta la guerra di Putin: "La Nato ha ignorato le preoccupazioni della Russia"
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11 Marzo 2022 - 14.07


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Il patriarca Kirill è prima russo e poi cristiano. E siccome Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina il Patriarca è guerra fondaio.

“Anno dopo anno, mese dopo mese, gli Stati membri della Nato hanno rafforzato la loro presenza militare, ignorando le preoccupazioni della Russia che queste armi un giorno potessero essere usate contro di essa”. Così il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, risponde al Consiglio Mondiale delle Chiese (Cec) che gli aveva chiesto di adoperarsi per la pace in Ucraina, affermando che “le origini del confronto risiedono nei rapporti tra Occidente e Russia”. Per Kirill, “la russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti” e “i leader occidentali stanno imponendo tali sanzioni economiche alla Russia che saranno dannose per tutti”.

In una lettera al patriarca ortodosso Kirill di Mosca il 2 marzo, il segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, padre Ioan Sauca, aveva chiesto a Kirill di mediare affinché la guerra tra Russia e Ucraina possa essere fermata. “La tragica situazione della guerra in Ucraina ha portato enormi sofferenze e perdite di vite umane”, aveva scritto. “Molti dei nostri fratelli e sorelle hanno dovuto lasciare le loro case – compresi gli anziani, le donne e i bambini – per salvare le loro vite», ha aggiunto Sauca. «Il mondo intero sta guardando con profonda preoccupazione e cerca un segno di speranza per una soluzione pacifica”. Sauca aveva detto di ricevere lettere ogni giorno da diverse parti del mondo che gli chiedono di avvicinarsi al patriarca Kirill per mediare in modo che la guerra possa essere fermata e la sofferenza finire. «In questi tempi di disperazione, molti guardano a Voi come colui che potrebbe portare un segno di speranza per una soluzione pacifica. Scrivo a Vostra Santità come segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese ma anche come sacerdote ortodosso. Per favore, alzi la voce e parli a nome dei fratelli e delle sorelle sofferenti, la maggior parte dei quali sono membri fedeli della nostra Chiesa ortodossa”.

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Ora lo stesso World Council of Churches pubblica, in originale e in una traduzione inglese, la risposta di Kirill, in linea con la politica estera del Cremlino: “Caro padre Ioan”, scrive il leader della Chiesa ortodossa russa, “la ringrazio per la sua lettera del 2 marzo 2022. Avendola conosciuta per molti anni come fedele amministratore della Chiesa di Cristo e instancabile lavoratore nel campo dell’educazione e della formazione delle giovani generazioni, apprezzo profondamente il suo lavoro di Segretario Generale ad interim del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che ha lo scopo di promuovere l’accordo e il rispetto reciproco tra i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane”. Dopo aver ricordato la storia e il senso dell’adesione della Chiesa russa al Cec, “in questi giorni”, prosegue Kirill, “milioni di cristiani in tutto il mondo, nelle loro preghiere e pensieri, si rivolgono ai drammatici sviluppi in Ucraina. Come sa, questo conflitto non è iniziato oggi. Sono fermamente convinto che i suoi iniziatori non siano i popoli di Russia e Ucraina, che provengono dalla stessa fonte battesimale di Kiev, sono uniti da una fede comune, santi e preghiere comuni, e condividono un destino storico comune”.

“Le origini del confronto risiedono nei rapporti tra Occidente e Russia”, scrive Kirill. “Negli anni ’90 alla Russia era stato promesso che la sua sicurezza e dignità sarebbero state rispettate. Tuttavia, col passare del tempo, le forze che consideravano apertamente la Russia come loro nemica si sono avvicinate ai suoi confini. Anno dopo anno, mese dopo mese, gli Stati membri della Nato hanno rafforzato la loro presenza militare, ignorando le preoccupazioni della Russia che queste armi un giorno potessero essere usate contro di essa”.

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“Inoltre”, prosegue il patriarca di Mosca in quello che sembra un chiaro riferimento agli Stati Uniti, “le forze politiche che si prefiggevano di contenere la Russia non hanno combattuto esse stesse. Hanno progettando di usare altri mezzi, avendo cercato di rendere nemici i popoli fraterni – russo e ucraino. Non hanno risparmiato sforzi, né fondi per inondare l’Ucraina di armi e istruttori di guerra. Tuttavia, la cosa più terribile non sono le armi, ma il tentativo di ‘rieducare’, di trasformare mentalmente gli ucraini e i russi che vivono in Ucraina in nemici della Russia”.

“Con lo stesso fine è avvenuto lo scisma ecclesiastico creato dal patriarca Bartolomeo di Costantinopoli nel 2018. Ha messo a dura prova la Chiesa ortodossa Ucraina“.

“Già nel 2014, quando il sangue veniva versato a Maidan a Kiev e ci furono le prime vittime, il Consiglio mondiale delle Chiese espresse la sua preoccupazione. Il 3 marzo 2014 il dottor Olav Fykse Tveit, all’epoca segretario generale del Cec, disse: ‘Il Consiglio ecumenico delle Chiese è profondamente preoccupato per gli attuali pericolosi sviluppi in Ucraina. La situazione mette in grave pericolo molte vite innocenti. E come un vento pungente della Guerra Fredda, rischia di minare ulteriormente la capacità della comunità internazionale di agire ora o in futuro su molte questioni urgenti che richiederanno una risposta collettiva e di principio'”.

“Fu allora che scoppiò un conflitto armato nella regione del Donbass, la cui popolazione difendeva il proprio diritto a parlare la lingua russa, chiedendo il rispetto della propria tradizione storica e culturale. Tuttavia, la sua voce è rimasta inascoltata, così come migliaia di vittime tra la popolazione del Donbass sono passate inosservate nel mondo occidentale”.

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“Questo tragico conflitto è diventato parte della strategia geopolitica su larga scala volta, in primo luogo, a indebolire la Russia”.

“E ora i leader occidentali stanno imponendo tali sanzioni economiche alla Russia che saranno dannose per tutti. Rendono palesemente ovvie le loro intenzioni: portare sofferenze non solo ai leader politici o militari russi, ma in particolare al popolo russo. La russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti”.

“Prego incessantemente che con la Sua potenza il Signore aiuti a stabilire al più presto una pace duratura e basata sulla giustizia. Chiedo a lei oi e ai nostri fratelli in Cristo, uniti nel Consiglio, di condividere questa preghiera con la Chiesa ortodossa russa”.

“Caro padre Ioan, esprimo la mia speranza che anche in questi tempi difficili, come è avvenuto nel corso della sua storia, il Consiglio ecumenico delle Chiese possa rimanere una piattaforma per un dialogo imparziale, libero da preferenze politiche e da un approccio unilaterale. Possa il Signore preservare e salvare i popoli della Russia e dell’Ucraina!. Con amore paterno, Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie”.

Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), noto anche con il nome Consiglio mondiale delle Chiese, con sede a Ginevra, è un cartello che raduna 349 membri di tutte le principali tradizioni cristiane, in gran parte protestanti, anglicane e ortodosse. La Chiesa cattolica partecipa come “osservatrice”, ed è membro a pieno titolo della sola commissione “Fede e costituzione”.

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