Sileri sulla variante Omicron: "Possibile nuova fase endemica della pandemia"

Il sottosegretario alla Salute: "Dubbi Ema su richiami dopo 4 mesi? Ci risponderà la scienza"

Sileri sulla variante Omicron: "Possibile nuova fase endemica della pandemia"
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14 Gennaio 2022 - 12.55


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Alcuni governi europei stanno adottando una nuova strategia per combattere il Covid, continuando a vaccinare a più non posso e lasciando correre il virus senza restrizione alcuna. L’Italia sta facendo questo ma in maniera più prudente, data la prospettiva fututra di declassamento della fase emergenziale.

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“Il declassamento del Covid da pandemia a endemia, come intende fare la Spagna “è un’opzione che non potrà non essere valutata. Forse ce lo consentirà questa variante Omicron, che è verosimilmente meno aggressiva della Delta, ma in una popolazione vaccinata”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.

“Questo potrebbe significare – ha spiegato Sileri – convivere con un virus meno cattivo, che determinerà un certo numero di ricoveri e di decessi annui, ma più contenuto rispetto a quelli che abbiamo visto fino a oggi quindi con un impatto molto più facilmente gestibile e prevenibile”.

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Quanto ai dubbi dell’Ema sui continui richiamo del vaccino anti-covid: “La scienza ci indicherà cosa fare. E’ chiaro che se fai un richiamo quando hai ancora l’immunità del richiamo precedente, il nuovo richiamo non serve. Si è visto che dopo 5-6 mesi l’immunità va scemando e per questo la scienza ci ha detto che serviva un richiamo”.

“Bisogna però anche valutare – ha ammonito Sileri – quanto circola il virus, che tipo di variante è predominante. Se dovremo fare il vaccino ogni anno prima della stagione invernale come accade per l’influenza, la scienza ci darà la tempistica. Se c’è un calo di anticorpi significativo, vuol dire che il richiamo si deve fare. Dunque – ha insistito il sottosegretario – bisogna valutare tempistica, quanto circola il virus e quale dose fare, ad esempio è possibile che in futuro la dose di richiamo possa essere inferiore rispetto a quella che abbiamo fatto fino ad oggi. Sono tutte indicazioni – ha concluso – che ci darà la scienza. Se poi dovesse diventare un semplice raffreddore, e non parlo della Omicron, non servirà più neanche fare il richiamo”.

Parlando del bollettino: “Io sono per la trasparenza dei dati e ho fame di dati, perché più dati hai più è facile spiegare le misure che prendi”. “Il punto – ha sottolineato però il sottosegretario – è quello che comunichi alla popolazione: oggi devo comunicare i positivi o i ricoveri? Quei positivi prevalentemente hanno un piccolo raffreddore, alcuni sono andati in ospedale. Dire quanti sono i ricoveri e specificare se sono Omicron o Delta, se sono vaccinati o non vaccinati, se hanno altre patologie o no, questo – secondo Sileri – aiuta la popolazione a capire meglio la situazione e a capire che il vaccino serve ed è efficace.

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Se invece i dati vengono buttati lì così, senza spiegare che la maggior parte dei positivi non ha sintomi, offri anche il fianco ai complottisti stile Napalm51 di Crozza che vanno sui social o in tv a dire la cazzata di turno che crea scompiglio in quei milioni di italiani che ancora non si sono avvicinati alla vaccinazione per vari motivi”.

“Dare i dati in forma più fruibile, più semplice e spiegarli meglio – ha rimarcato il sottosegretario – sicuramente avvicina alla vaccinazione. Ad esempio dei positivi andrebbe dato il trend settimanale, quindi ciò che dice Bassetti è corretto. Quotidianamente bisogna dare il numero dei ricoveri, spiegandolo”.

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