L'Oms dà ragione al governo italiano: "Le scuole sono l'ultima cosa da chiudere e la prima da riaprire"

All'attuale tasso d'infezione, oltre il 50% degli europei sarà contagiati da Omicron entro due mesi ha aggiunto l'Oms.

L'Oms dà ragione al governo italiano: "Le scuole sono l'ultima cosa da chiudere e la prima da riaprire"
Covid, scuola
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11 Gennaio 2022 - 15.15


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Il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, durante una conferenza stampa online ha affermato che “le scuole devono essere l’ultimo posto a chiudere e il primo a riaprire”., sottolineando che “lasciare le scuole aperte ha importanti benefici per il benessere mentale, sociale ed educativo dei bambini”.

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“I Paesi potrebbero voler considerare la revisione dei protocolli su tamponi, isolamento e quarantena dei contatti a rischio nelle classi per ridurre al minimo le interruzioni all’insegnamento, mitigando di rischi il più possibile con la ventilazione l’uso delle mascherine”, ha aggiunto il dirigente Oms.

All’attuale tasso d’infezione, oltre il 50% degli europei sarà contagiati da Omicron entro due mesi ha aggiunto l’Oms. “A questo ritmo, l’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) prevede che oltre il 50% della popolazione della regione sarà infettata da Omicron entro le prossime sei-otto settimane”, ha affermato il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, durante una conferenza stampa online, sottolineando che questa variante può infettare anche persone che sono state precedentemente malate o vaccinate.

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Sono “oltre sette milioni” i nuovi casi di Covid-19 registrati in tutta la regione europea nella prima settimana del 2022, “dato più che raddoppiato in un periodo di due settimane” ha dichiarato il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, durante una conferenza stampa online.

Al 10 gennaio, ha aggiunto Kluge, 26 Paesi della regione hanno riportato che oltre l’1% della loro popolazione si sta infettando ogni settimana. Da sottolineare che per l’Oms la regione europea arriva fino alla Russia europea a comprende le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale.

Le decisioni dei governi di accorciare la durata delle quarantene per il Covid devono considerare attentamente “rischi e benefici” e sono ammesse solo “in combinazione con test negativi” e solo se sono essenziali “per preservare la continuità dei servizi”.

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