Il fisico Sestili ne è sicuro: “Per autunno e inverno possiamo stare tranquilli. Il Covid ..."
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Il fisico Sestili ne è sicuro: “Per autunno e inverno possiamo stare tranquilli. Il Covid ..."

L'esperto ha attribuito il merito alla campagna di vaccinazione ma rimane cauto sull'immunità di gregge: "La circolazione virale termina solo con la scomparsa del virus stesso"

Giorgio Sestili
Giorgio Sestili
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13 Ottobre 2021 - 14.15


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Il coordinatore scientifico del Festival dell’innovazione e della scienza e ideatore della pagina “Coronavirus – Dati e Analisi Scientifiche”, ilfisico Giorgio Sestili, in un’intervista a Fanpage ha parlato di Covid e ha spiegato come potrebbe evolversi la situazione epidemiologica nel Belpaese. L’esperto ha sottolineato l’importanza del ruolo dei vaccini per uscire dall’emergenza.
Fare previsioni è sempre difficile ma diciamo che grazie ai numeri della campagna di vaccinazione, con il raggiungimento dell′80 per cento di popolazione over 12 immunizzata e la somministrazione delle terze dosi ai soggetti fragili, possiamo essere cautamente ottimisti per i prossimi mesi.
Alla luce degli ultimi dati su contagi, ospedalizzazioni e vaccini, Sestili si è dimostrato ottimista per il futuro.
Quello che stiamo vedendo da un mese a questa parte chiaramente ci fa ben sperare sulla tenuta della situazione epidemiologica nei prossimi mesi perché ormai sono trascorsi più di 30 giorni dall’apertura delle scuole, che era considerato un po’ un crocevia. A questo punto, possiamo dire che in tutta Italia non si registra, in nessuna regione al momento, il benché minimo segnale di ripresa delle infezioni. Ciò significa non che in il virus non sta circolando ma che i vaccini stanno funzionando.
L’esperto ha però specificato che il dato relativo alla popolazione over 12 immunizzata (80%) non deve farci pensare di aver raggiunto l’immunità di gregge. 
La circolazione virale termina solo con la scomparsa del virus stesso. Questo è ormai dimostrato da virologi ed epidemiologi ma anche da modelli matematici: è difficilissimo se non impossibile raggiungere l’immunità di gregge con vaccini che non sono efficaci al 100%, ma lo sono tra il 90 e il 95% per quanto riguarda la manifestazione grave della malattia e meno del 90% per quanto riguarda la possibilità di trasmissione. 
Sulla possibilità che non ci sia nessuna nuova ondata si mantiene cauto. 
Senza fare previsioni spericolate, possiamo affermare che questi segnali ci fanno essere cautamente ottimisti per i prossimi mesi. Arrivati all′80% della popolazione immunizzata, cominciando a somministrare le terze dosi ai fragili e cercando di convincere quelle persone, soprattutto gli over 50 tra cui ci sono ancora un milione e mezzo/due non ancora vaccinati, a vaccinarsi, io credo che possiamo sperare di passare un autunno e inverno abbastanza tranquilli.
In merito al Green pass l’esperto ha detto di aver notato delle “contraddizioni interne” alle norme sulla certificazione verde, per esempio il fatto che “la si può avere anche solo col tampone negativo” e si discute “se quest’ultimo debba durare 48 o 72 ore”, oppure la proposta di rendere i tamponi gratuiti, “che sarebbero uno schiaffo in faccia a chi invece si è vaccinato”. 
Queste mi sembrano tutte delle contraddizioni interne al Green pass, unite al fatto che in questo modo viene scaricata tutta la responsabilità sul cittadino. Obbligo vaccinale per me significa che nel momento in cui abbiamo i dati sufficienti per dire che i vaccini sono sicuri ed efficaci dovrebbe essere lo Stato ad assumersi questa responsabilità, come per gli altri vaccini. Perché è così problematico rendere obbligatorio il vaccino Covid laddove noi siamo già circondati da vaccini obbligatori? La mia idea di obbligo vaccinale è questa: superiamo le contraddizioni del Green pass, facciamo un ulteriore passo in avanti che le elimini. Paragoniamo il vaccino anti Covid agli altri che sono già obbligatori e che ci hanno salvati da malattie che hanno fatto milioni e milioni di morti ogni anno.
Per quanto riguarda la gestione della pandemia in generale Sestili conclude dicendo che “si poteva fare meglio”, perché “abbiamo perso tantissimo tempo nel corso della prima ondata e nell’ambito di una crescita esponenziale questo ha significato tantissimi malati e morti in più. Il secondo grande errore per l’esperto è stato fatto all’inizio della seconda ondata, nell’autunno del 2020, “perché dovevamo essere prepararti, avevamo avuto tre mesi di tregua estiva in cui il virus ci aveva permesso di rifiatare ma sono stati fatti inciampi clamorosi, come la riapertura delle discoteche”.

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