Vaia (Spallanzani): "Serve l'85% dei vaccinati per stare tranquilli"

Il direttore sanitario dell'ospedale di Roma: "L'80% è perfettamente raggiungibile, alzerei l'asticella. Sulla terza dose lasciare la scelta alla scienza"

Francesco Vaia
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26 Agosto 2021 - 10.54


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Ci sarà da convincere un grosso zoccolo duro tra no vax, no green pass e semplici complottisti per arrivare alla soglia richiesta: serve proseguire a ritmi importanti nella campagna di vaccinazione.

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“Vaccinare l′80% degli italiani entro settembre, come dice il generale Figliuolo, è un obiettivo realistico, anche perché i dati della campagna nazionale ci dicono che siamo a buon punto. Però io alzerei un po’ l’asticella”.

Così Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto nazionale Malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

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“Faccio questo lavoro da tanti anni e mi azzarderei a suggerire che, per stare tranquilli, dovremmo raggiungere una soglia almeno dell′85%. Abbiamo raggiunto tanti buoni risultati con la vaccinazione di massa, questo sarà l’ennesimo. Tuttavia le questioni sono altre”, avverte.

 “Il problema dei problemi è che dobbiamo lasciare libera la scienza e la ricerca di fare il loro lavoro”, osserva. Che significa? “Intendo dire che se, per esempio, avremo bisogno di interventi di richiamo come la terza dose, questo deve nascere da valutazioni scientifiche e da studi approfonditi sull’argomento. Non da, seppur legittimi, interessi di parte”.

Si riferisce alla case farmaceutiche? “Anche – risponde – e alle dinamiche geopolitiche. L’ultima e chiara parola la deve avere la scienza”.

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Qual è la via maestra per abbattere la pandemia? “A mio avviso il mix vaccini e anticorpi monoclonali – evidenzia Vaia – Però dobbiamo abbattere i prezzi e non farli solo in ospedale. Il premier Draghi ha l’autorevolezza per spingere l’industria europea in questo senso, penso sia importante”.

Ma allora è inutile parlare di terza dose? “Non ho detto questo. Non escludo la terza dose in maniera pregiudiziale. Dico solo – precisa – che sarebbe meglio capire prima qual è la memoria cellulare e immunologica delle nostre cellule. E, soprattutto, andare a vaccinare quei Paesi che al momento hanno raggiunto appena la soglia del 4% della popolazione immunizzata”.

Poi conclude: “Abbiamo visto che il distanziamento fisico e la mascherina funzionano, non possiamo pensare a un liberi tutti”.

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