Ilaria Capua contro i No-Vax: "Chi non si vaccina, risarcisca gli ospedali"

La virologa attacca richiama all’impegno di tutti: "Solo chi non si vaccina avrà bisogno delle cure: stanno creando i presupposti per un altro inverno di chiusure"

Ilaria Capua
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21 Luglio 2021 - 10.04


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Un attacco diretto ai No-Vax, che stanno bloccando la campagna di vaccinazione e facendo crescere di nuovo la catena dei contagi, che ieri ha superato quota 2mila.

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Il messaggio della virologa Ilaria Capua è chiaro:

“Ai non vaccinati per scelta — ovvero coloro che rifiutano di assumere una misura di salute pubblica necessaria a tenere l’emergenza sotto controllo, e di conseguenza uno strumento essenziale per mantenere in equilibrio il sistema sanitario nazionale — si potrebbe immaginare di proporre una piccola franchigia, per non dire ticket, in caso di ricovero Covid che vada a coprire almeno i costi «non sanitari» dell’ospedale: letto, biancheria, mensa , servizio di pulizia, utenze. In cambio della libertà di scegliere se vaccinarsi o no, si potrebbe chiedere un piccolo contributo rispetto al costo totale del ricovero in terapia intensiva. Si tratterebbe soltanto di 1.000-2.000 euro al giorno. Sì, al giorno. Il resto, ovvero i costi di infermieri, medici, medicine ed altro necessario alla cura, sarebbero esclusi dal computo perché quelli ce li passa lo Stato. Per ora, e fintanto che il sistema non finisca dissanguato”.

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Ilaria Capua riannoda i fili di come siamo arrivati sin qui. Delle paure durante la fase acuta del Covid, della paura di non avere vaccini preso e in misura sufficiente per tutti: 

 “Vi ricorderete che all’inizio, anche nei Paesi occidentali, il vaccino non si trovava e sembrava che ce l’avrebbero fatta solo gli americani. Adesso che ce n’è in abbondanza per noi europei (a neanche 8 mesi dalla produzione del primo flacone) c’è una parte di noi che fa i capricci. Non parlo degli estremisti, di quelli che mai e poi mai si farebbero inoculare un preparato biotecnologico come un vaccino (o come molti fermenti lattici o l’insulina, peraltro) perché temono di diventare creature geneticamente modificate. Sto parlando di quelli che fra chiacchiere da bar, cose sentite in tv e una sana dose di egoismo miope oltre che insopportabile si sono trasformati in dei convinti sostenitori del ‘ma io anche no’ e stanno creando i presupposti per un altro inverno di chiusure e di ambulanze a sirene spiegate, di esami di screening o controllo oncologico posticipati che si porteranno via ancora vite oltre ad aggiungere dolore e sofferenza a questi anni durissimi”.

Ilaria Capua va dritta al cuore dei problemi e richiama all’impegno di tutti, altrimenti non se ne esce né oggi né domani dall’incubo Covid: 

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“Basta pensare che tanto a me non (mi) viene, basta voltarsi dall’altra parte mentre i nuvoloni si caricano di pioggia e di tempesta. Basta credere che ci penserà qualcun altro a vaccinarsi e che ci si può sentire esonerati o giustificati da un atto di responsabilità civile che serve a fermare l’emorragia di vite ma anche di soldi dal nostro sistema sanitario. Perché c’è anche un aspetto che sfugge ai più. Ogni malato di Covid in terapia intensiva o subintensiva costa decine e decine di migliaia di euro. I pazienti Covid del nostro recente passato — il mondo prima dei vaccini — hanno gravato inevitabilmente, loro malgrado, sulla Sanità europea in termini di centinaia di milioni euro. Le vittime di oggi, e dei tempi a venire, saranno individui che non hanno iniziato o completato il ciclo vaccinale. In altre parole, sono solo i non vaccinati a finire in ospedale. E a prescindere dall’età anagrafica saranno soltanto i non vaccinati a incidere sul bilancio degli ospedali”.

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