Aggiornamento Faq Covid dell'Iss: "Incidenza tra vaccinati 10 volte più bassa che tra i non vaccinati"
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Aggiornamento Faq Covid dell'Iss: "Incidenza tra vaccinati 10 volte più bassa che tra i non vaccinati"

L'Istituto superiore di sanità: "Con vaccinazioni incomplete cresce rischio varianti"

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21 Luglio 2021 - 18.25


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Nuovo aggiornamento delle ‘Faq’ sui casi Covid-19 registrati tra i vaccinati, elaborato dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
“Se le vaccinazioni anti-Covid nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati – si legge – In questi casi, però, l’incidenza (intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione), è circa 10 volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri, se letti correttamente, quindi, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace”.
L’effetto paradosso – I numeri di Covid-19 nella popolazione vaccinata sono ‘falsati’ da un effetto “paradosso atteso e ben conosciuto, che bisogna saper riconoscere per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione” ha spiegato l’Istituto superiore di sanità.
La vaccinazione anti Covid-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati”, premette l’Iss.
“Attualmente – ha ricordato – sappiamo che la vaccinazione, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. E’ quindi possibile e atteso un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati, in numeri estremamente più bassi se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati”.
“Con l’aumentare della copertura vaccinale – ha proseguito l’Iss – decresce il numero dei casi proprio per l’efficacia della vaccinazione: questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi; in gruppi di popolazione con una copertura vaccinale altissima, la maggior parte dei casi segnalati si potrebbe così verificare in soggetti vaccinati, solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati”.
Ecco appunto il “paradosso” sul quale l’Istituto superiore di sanità ci tiene a far luce. “I sistemi di sorveglianza, inoltre – spiega l’Iss – non rendono evidenti i casi di malattia evitati dalla vaccinazione, ma fanno emergere solo quelli che si ammalano malgrado la vaccinazione”.
Rischio varianti – “Il vaccino” anti-Covid, “quando somministrato con l’intero ciclo – è scritto inoltre nell’aggiornamento delle ‘Faq’ – è efficace a proteggere la popolazione. Tuttavia va ricordato che, più il virus circola – ad esempio per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce di età e/o per il non rispetto delle restrizioni – maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia severa anche se vaccinati” e che favorisca “il fenomeno della comparsa di nuove varianti”.

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