Draghi: "Siamo ancora lontani dalla fine: c'è il rischio delle varianti Covid"

Secondo il premier, questo è successo perché le campagne vaccinali si sono concretizzate solo nei Paesi più ricchi

Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
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18 Giugno 2021 - 12.02


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Il premier Draghi sta avvertendo i netti miglioramenti della curva pandemica in Italia ma non nonostante tutto, e anche se ormai la pandemia sembra sotto controllo, “siamo ancora lontani dalla fine”.
L’avvertimento è arriva dal premier Mario Draghi, secondo il quale “le prospettive complessivamente favorevoli nascondono alcuni rischi significativi”.
Cio perché le vaccinazioni si sono concentrate solo nei Paesi più ricchi, ma “finché il virus continuerà a circolare liberamente, ci sarà sempre il rischio di nuove varianti”.
“Torna la crescita, possibile rialzo per stima Pil 4,2%” Intervenendo a Barcellona al Cercle d’Economia, Draghi ha sottolineato che “gli sforzi vaccinali ci hanno permesso di riaprire le nostre economie. C’è un ritorno alla crescita. Secondo le previsioni della Commissione europea, quest’anno il prodotto interno lordo dell’Ue crescerà del 4,2%. In Italia e in Spagna, si prevede un aumento rispettivamente del 4,2% e del 5,9%. Queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo, con il ritorno della fiducia fra le imprese e le famiglie”.
“Ignorati rischi populismo, ora crescita equa e green””Dobbiamo fare in modo che la ripresa sia equa e sostenibile – ha aggiunto -. Nel recente passato ci siamo dimenticati dell’importanza della coesione sociale. Abbiamo dato la democrazia per scontata e abbiamo ignorato il rischio del populismo. Allo stesso tempo, durante questa ripresa, dobbiamo garantire una maggiore attenzione al cambiamento climatico. Non possiamo uscire dalla crisi sanitaria per poi entrare, da sonnambuli, in una crisi ambientale”.
“Vigilare su inflazione e divergenze area Euro-Usa” “Dopo un lungo periodo in cui l’inflazione mondiale è rimasta troppo bassa, di recente è iniziata ad aumentare. Il tasso di inflazione nell’area Ocse ha raggiunto il 3,3% in aprile, in aumento rispetto al 2,4% di marzo, il più alto dal 2008. La maggior parte degli economisti ritiene che tale effetto sia temporaneo. Dobbiamo restare vigili di fronte alla possibilità che nel futuro le aspettative di inflazione possano variare. Dobbiamo inoltre monitorare il rischio di divergenza tra l’economia dell’area euro e quella Usa, e le conseguenze per la posizione delle rispettive banche centrali”, ha proseguito.

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