L'appello di Crisanti: "Serve uno sforzo corale per superare egoismi e divisioni"

Il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova ha scritto il libro "Caccia al virus" insieme al giornalista Michele Mezza

"Caccia al virus", libro scritto da Andrea Crisanti e Michele Meazza
"Caccia al virus", libro scritto da Andrea Crisanti e Michele Meazza
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14 Giugno 2021 - 15.37


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Andrea Crisanti è il virologo che abbiamo imparato a conoscere in questi due anni trascorsi con la pandemia addosso.
Proprio dopo questi due anni, il direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, ha deciso di scrivere un libro che presenta, nella premessa, un appello alla responsabilità collettiva.
“Cari concittadini, le riflessioni esposte in questo piccolo libro sono dedicate a tutti coloro che hanno sofferto a causa della pandemia. Il virus ha distrutto famiglie, lacerato affetti e messo in pericolo la sicurezza economica di molti. Solo uno sforzo corale che superi egoismi e divisioni politiche può rimarginare questa ferita del nostro tessuto sociale”.
Si chiama “Caccia al virus” e sarà presentato domani: è scritto insieme al giornalista Michele Mezza ed è edito da Donzelli come il precedente “Il contagio dell’algoritmo” del ’20.
Un saggio che si sviluppa a partire dalle diverse esperienze degli autori: il ricercatore che – fin dai primi giorni della diffusione del virus – si è trovato in prima linea nell’azione di contrasto al contagio; e il giornalista che ne ha documentato e raccontato l’andamento. “Siamo in una fase di transizione che non si prospetta breve, di un insidioso passaggio dall’emergenza a uno stato endemico.
Occorre studiare soluzioni a lungo termine, che possano essere gestite in maniera efficace”.
Vaccinazioni più sorveglianza: è la formula che propongono per il futuro che ci aspetta. ‘Viviamo fase di transizione, insidioso passaggio a uno stato endemico’
Il libro scandaglia con rigore scientifico e documentale quanto si è fatto sinora e quanto c’è ancora da fare, migliorando e incrementando forme di sorveglianza attiva della diffusione del virus: i vaccini sono senza dubbio una “strategia indispensabile, ma non esaustiva” – hanno sostenuto gli autori – anche perché non è pensabile ripetere campagne vaccinali così massive. E fin quando esisteranno aree del mondo escluse dall’accesso ai vaccini -non possedendo risorse per utilizzare quelli al momento disponibili- ”non riusciremo ad arginare la diffusione delle varianti”.
Nel nostro Paese “il sistema di tracciamento dei contagi basato sull’app Immuni ha fallito perché, dietro lo schermo della privacy, si è rinunciato a renderla davvero capillare. Si tratta invece di uno strumento cardine per passare a una geolocalizzazione del virus che sia davvero efficace”. Per renderlo possibile, tuttavia, è necessario “poter disporre della mole di dati di cui i big player dell’informatica sono in possesso”.
Con l’utilizzo di strategie sanitarie, misure di contenimento e di una mappatura serrata dei possibili focolai “si potrà prosciugare la palude del virus e mettere in piedi un sistema di prevenzione che -nel futuro- ci protegga da minacce simili e ci risparmi il carico immenso di dolore e sofferenza che abbiamo conosciuto in quest’ultimo anno”.
Suonano come un monito, perciò, le parole di Albert Camus nel romanzo “La Peste” messe in esergo al volume: “Dico soltanto che sulla terra ci sono flagelli e vittime, e che, per quanto possibile, bisogna rifiutarsi di stare dalla parte del flagello”. Ecco evitare assolutamente di ‘stare dalla parte del flagello’ è proprio ciò che nessuno di noi, qualsiasi ruolo e professione abbia a tutt’oggi, deve fare, contribuendo così alla sconfitta di quella che è stata la maggiore pandemia di un secolo appena iniziato.

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