L'immunologo Palma: "Vaccinare i bimbi? Io darei la precedenza a chi non ha accesso alle dosi"

Il responsabile dell'Immunologia clinica e vaccinologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: "Il Papa ha detto che ne usciremo solo tutti insieme"

Paolo Palma
Paolo Palma
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

7 Giugno 2021 - 17.16


ATF AMP

Il responsabile dell’Immunologia clinica e vaccinologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Paolo Palma, è favorevole a una distribuzione più equa dei vaccini nei Paesi poveri, per immunizzare il più possibile gli adulti, anziché immunizzare subito gli adolescenti.
“Sul vaccino anti-Covid ai giovanissimi non c’è un problema pratico, anche se andrebbe pesato sulle esigenze cliniche, perché la stessa Moderna sta lavorando per la vaccinazione insieme all’antinfluenzale che si fa di solito ad ottobre-novembre.
Ma andrebbe aperta una riflessione sull’opportunità di questa immunizzazione: sappiamo che c’è una grande fetta della popolazione mondiale, più povera, che non ha accesso ai vaccini anti-Covid. Mi chiedo quindi se ha senso oggi aprire ai più piccoli quando ci sono miliardi di adulti non immunizzati”. 
“Fare il vaccino contro il coronavirus ai più piccoli ha senso per completate la copertura vaccinale dell’intera popolazione residente – aggiunge Palma – ma va ricordato che questa fascia di popolazione ha una risposta anticorpale più marcata contro il virus. In un recente studio pubblicato su ‘Science’ è dimostrato in maniera chiara che nei bambini il sistema immunitario è protetto dalle cellule B che reagiscono anche contro i coronavirus. Quindi la comunità scientifica si dovrebbe chiedere se in un particolare momento come questo ha senso agire sull’immunizzazione dei bambini o si dovrebbe puntare su chi non ha accesso ai vaccini. Come ha detto anche Papa Francesco da questa emergenza ne usciamo solo uniti”.
A metà maggio l’Oms ha lanciato un appello ai Paesi: “Non immunizzate bambini e ragazzi, ma date le dosi al programma Covax”. L’obiettivo dell’Oms è quello di garantire una maggiore copertura vaccinale anche nei Paesi poveri e in via di sviluppo, in modo tale da metterli al riparo dalle conseguenze della malattia ed evitare che possano sorgere nuove varianti del coronavirus.

Top Right AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version