Gli effetti del Covid in Italia: nel 2020 i morti aumentano del 18% e cala l'aspettativa di vita

Gli italiani residenti si assestano a 59,26 milioni, -384mila rispetto al 2019. La speranza di vita alla nascita crolla 82 anni

Il Covid negli ospedali
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3 Maggio 2021 - 11.00


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Le cifre riportate dall’Istat riguardanti l’anno 2020 sono drammatiche alla voce Covid:

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lo scorso anno i decessi totali in Italia sono stati 746 mila, il 18% in più di quelli rilevati nel 2019. 

A influire, ovviamente, la pandemia che ha avuto effetti su tutte le componenti del ricambio demografico, facendo registrare una “dinamica naturale (nascite-decessi)” negativa nella misura di 342mila unità.

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Al 1° gennaio 2021 i residenti in Italia ammontano a 59 milioni e 259 mila, -384 mila rispetto all’anno precedente.

Con l’eccezione del Trentino-Alto Adige, dove la popolazione è aumentata dello 0,4 per mille, tutte le regioni sono interessate da un decremento demografico.

La speranza di vita alla nascita, senza distinzione di genere, scende a 82 anni, 1,2 anni sotto il livello del 2019. Per osservare un valore analogo occorre risalire al 2012.

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Gli uomini sono più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita scende a 79,7 anni, ossia 1,4 anni in meno dell’anno precedente, mentre per le donne si attesta a 84,4 anni, un anno di sopravvivenza in meno.

A 65 anni la speranza di vita scende a 19,9 anni (18,2 per gli uomini, 21,6 per le donne). Ancora in calo anche la natalità.

Negli ultimi 12 anni si è passati da un picco relativo di 577 mila nati agli attuali 404 mila, il 30% in meno.

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Il Covid ha causato in Italia almeno 99 mila decessi in più di quanto atteso, rivela l’Istat. Secondo il Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso del 2020 sono stati registrati 75.891 decessi attribuibili in via diretta al Covid-19. Tuttavia l’incremento assoluto dei decessi per tutte le cause di morte sull’anno precedente è stato pari a +112 mila.

 “Così, se da un lato è possibile ipotizzare che parte della mortalità da Covid-19 possa essere sfuggita alle rilevazioni – spiega l’Istat -, dall’altro è anche concreta l’ipotesi che una parte ulteriore di decessi sia stata causata da altre patologie letali che, nell’ambito di un Sistema sanitario nazionale in piena emergenza, non è stato possibile trattare nei tempi e nei modi richiesti”.

“Se nel corso del 2020 si fossero riscontrati i medesimi rischi di morte osservati nel 2019 (distintamente per sesso, età e provincia di residenza e applicati ai soggetti esposti a rischio di decesso) – riporta l’Istituto – i morti sarebbero stati 647mila, ossia soltanto 13mila in più rispetto all’anno precedente, invece dei 112 mila registrati”.

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