Guai a seguire sul Covid le follie della destra: non dobbiamo fare la fine di Brasile e India

La politica smetta di inseguire i sondaggi, avere paura dei demagoghi e degli amici dei negazionisti e inseguirli dei loro deliri. Tutti vogliamo riaprire ma non al prezzo di migliaia di morti in più

Covid in India
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Gianni Cipriani Modifica articolo

29 Aprile 2021 - 16.44


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In questo paese siamo arrivati al paradosso secondo il quale chi avverte che la pandemia è lungi dall’essere finita e che ci vuole prudenza è un nemico del popolo.
Mentre chi incita alla rimozione delle regole è un amico della gente.
Sembra incredibile ma è così, perché in Italia – e non solo in Italia – c’è una parte della classe politica che si agita e si muove non pensando all’interesse generale ma seguendo i sondaggi e subendo le pressioni delle varie corporazioni che possono essere un loro bacino elettorale.
Eppure tutti gli esperti sanno perfettamente che in questa situazione molte riaperture – il famoso rischio ragionato di Draghi – si tramuteranno in un rialzo dei contagi e, di conseguenza dei morti. E fa male pensare che di questi morti non importa nulla a nessuno, anzi i dati quotidiani sono vissuti con indifferenza se non addirittura come un fastidio.
Non so se ci avete fatto caso: ma in queste settimane quella classe politica che parla in maniera scomposta e propagandistica solo di riaperture non ha speso una sola parola per i 300-400 morti che si registrano ogni giorno.
Ma non basta. Nella furia furia demagogica si è arrivati a invocare la cancellazione di tutte le residue misure di prudenza come se il Covid fosse finito e fosse solo un ricordo del passato.
Questi ignoranti non sanno o non vogliono dire che la pandemia (si chiama così perché va combattuta a livello globale e non comunale) ha registrato una preoccupante crescita negli ultimi due mesi e questo non può essere bellamente ignorato.
Forse è arrivato il momento di dire basta e di non inseguire le follie di chi con le sue ricette è disposto a portare l’Italia al disastro.
Sono – ma non solo – gli stessi sovranisti ammiratori di Trump e di Bolsonaro, due loschi figuri che a forza di strizzare l’occhio ai negazionisti e affini hanno spianato la strada al virus che ha ucciso soprattutto i più indifesi e i più poveri.
Nel Brasile siamo arrivati alle fosse comuni, negli Stati Uniti è arrivato Biden e almeno lì la deriva si è fermata.
Egualmente in India il presidente nazionalista Modi, dopo aver contenuto a lungo la pandemia con le buone o con le cattive, ha ceduto alle pressioni dei settori economici e religiosi per allentare le misure e adesso il paese è al collasso, in una vera e propria tragedia umanitaria che sarà devastante per la stessa economia.
La storia pur breve del virus non ha insegnato niente? La cronaca non ha insegnato niente?
Sarebbe il caso di essere seri e fermi questa volta. E di dire la verità: andare dietro alle ricette dei fan di politici responsabili di fosse comuni o di roghi dove bruciare i cadaveri è follia.
Un medico ad un paziente che ha bisogno di un urgente intervento chirurgico non gli consiglierebbe mai di andare ad abbronzarsi al mare anziché di ricoverarsi solo per farlo uscire contento dallo studio.
La politica smetta di inseguire i sondaggi, avere paura dei demagoghi e degli amici dei negazionisti e inseguirli dei loro deliri.
Si riaprirà gradualmente quando c’è ne saranno le condizioni. Nel frattempo ogni scorciatoia e ogni forzatura significherà solo condannare a morte altre migliaia di italiani.
Il Brasile insegna, l’India insegna. Non vi girate dall’altra parte.

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