L'infettivologo Cauda: "Estate senza coprifuoco? Dipenderà da tante variabili, non si può escludere"
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L'infettivologo Cauda: "Estate senza coprifuoco? Dipenderà da tante variabili, non si può escludere"

Parla il direttore dell'Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, commentando le decisioni sul coprifuoco

Roberto Cauda
Roberto Cauda
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28 Aprile 2021 - 13.16


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Il direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma Roberto Cauda, commentando le decisioni sul coprifuoco, ha dichiarato: “Mi sembra che sia una saggia decisione quella di fare i conti non giorno dopo giorno, ma a distanza di 20 giorni-1 mese da adesso. Perché nella prima decade di maggio si inizierà a vedere che cosa avviene a seguito di queste riaperture. Il coprifuoco, guardando anche all’esperienza inglese, ha funzionato nel senso che si riducono le occasioni di un eventuale possibile contagio. Però – sottolinea l’infettivologo – non è scritto sulla pietra. Così come per le riaperture delle attività, sulla base dell’andamento dei contagi e dell’andamento della popolazione vaccinata (che può essere anche diverso da Regione a Regione) si può ripensare in tempi non lunghi all’eventualità di una modifica. Si deve navigare a vista – ripete – perché tutto dipende da tante variabili tra cui le varianti”.
Un’estate senza il coprifuoco “non si può e non si deve escludere” però, sottolinea Cauda, “dipende da una serie di elementi: come va il contagio, qual è il livello della popolazione vaccinata almeno con una dose e, molto molto importante, il livello di responsabilità delle persone perché evidentemente – avverte – comportamenti che non siano all’altezza della situazione potrebbero vanificare quella che può essere una cosa assolutamente possibile. E’ chiaro che, se la massa critica dei vaccinati cresce, se i contagi scendono ed è possibile riprendere il contact tracing, non è un’ipotesi da scartare, però adesso fissare una data in un mese piuttosto che un altro è forse un po’ prematuro. A mettere molta carne al fuoco si rischia di non riuscire a controllarla nel modo corretto. Io penso – conclude l’esperto – che la ragionevolezza sta proprio nella progressività”.

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