Clementi d'accordo con il blocco di Johnson&Johnson: "La Fda è un'autorità scientifica"
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Clementi d'accordo con il blocco di Johnson&Johnson: "La Fda è un'autorità scientifica"

Il virologo: "In breve tempo mi aspetto che arrivino indicazioni su come utilizzare il vaccino in sicurezza totale"

Massimo Clementi
Massimo Clementi
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15 Aprile 2021 - 14.49


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In un’intervista ad Avvenire il virologo Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Virologia e microbiologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha dchiarato che è “possibile che si punti soltanto sui vaccini a mRna, che si sono dimostrati straordinari per la loro tecnologia e per il loro funzionamento, che sarà fondamentale anche oltre il Covid”.
Clementi ha anche confessato di aver “storto la bocca spesso davanti alle scelte dal premier britannico Johnson sui vaccini. Eppure, a guardare tutta la faccenda oggi, chapeau”. Anche davanti al caso J&J serve senso della realtà, precisa: “Come per AstraZeneca abbiamo osservato rarissimi eventi avversi. Li stiamo studiando. Stiamo valutando se e come usare in sicurezza questi vaccini”.
“Gli studi registrativi di validazione sui vaccini non hanno messo in evidenza le problematiche che sono emerse – prosegue Clementi – Vorrei ribadirlo qui con chiarezza: quegli studi sono stati condotti su decine di migliaia di persone, che sono pur tantissime ma che rappresentano un numero esiguo per vedere emergere eventi così rari come le trombosi su cui ora ci stiamo interrogando. Solo a fronte di decine di milioni di persone vaccinate le abbiamo osservate, quando dagli studi siamo passati alla realtà. Ora bisogna andare a fondo, certo. Capire cosa c’è alla base della patogenesi di questi eventi per prevenirli e curarli. Senza inutili sensazionalismi e senza paura o terrore, però”.
Riguardo lo stop su J&J, “lo trovo assolutamente opportuno – commenta il microbiologo – L’Fda americana è un’autorità scientifica scrupolosa nelle verifiche: in breve tempo mi aspetto che arrivino indicazioni su come utilizzare il vaccino in sicurezza totale. Gli eventi avversi hanno riguardato soprattutto donne, ma è difficilissimo capire il perché. Trattandosi di eventi così rari, tuttavia, posso dire con certezza che la causa sia da ricondurre a co-fattori. Vanno analizzate le caratteristiche personali, genetiche o ormonali di chi riceve il vaccino. Ma servono studi approfonditi, serve tempo”.
Quanto ai rischi per chi ha avuto la prima dose di AstraZeneca nel fare la seconda, “non ne vedo – conclude – e sul piano teorico non mi è mai piaciuta l’idea di mescolare vaccini. Ma anche qui credo occorra rispondere al senso pratico della realtà: laddove si valuta che possa comportare un rischio, possono essere prese decisioni differenti”.

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