Il microbiologo Rasi: "Ritardare la seconda dose aiuterebbe la campagna vaccinale"
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Il microbiologo Rasi: "Ritardare la seconda dose aiuterebbe la campagna vaccinale"

Il parere dell'ex direttore esecutivo dell'Ema: "Con una seconda dose anche 42 giorni dopo. Il rischio di rimanere scoperti dall'immunità è minimo"

Guido Rasi
Guido Rasi
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10 Aprile 2021 - 09.12


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Tante opinioni circolano attorno alla modalità dei vaccini: l’importante sarà vaccinare tutti e velocemente.

Per Guido Rasi , professore ordinario di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata e fino a novembre scorso direttore esecutivo dell’agenzia europea del farmaco Ema, una soluzione può essere sottoporre tutti quanti a una prima dose per poi ritardare il richiamo.

“Allungare i tempi della seconda dose di Pfizer e Moderna è possibile e aiuterebbe la campagna vaccinale”. Rasi offre la sua visione sulla prospettiva di allungare i tempi fra la prima e la seconda iniezione da 28 a 42 giorni per i vaccini a mRna, o comunque sulla possibilità di ritardare di qualche giorno se necessario per motivi organizzativi.

“Non cambia molto” fra i due scenari. “Il ministero d’intesa con l’Aifa prenderà una decisione. L’importante è che ci sia strategia complessiva”, dice Rasi.

Il protocollo per questi vaccini “suggerisce la seconda dose entro 28 giorni, ma nel foglietto illustrativo l’Ema fa notare che gli studi su Pfizer e Moderna comprendono pazienti con seconda dose anche 42 giorni dopo. Il rischio di rimanere scoperti dall’immunità è minimo, perché gli anticorpi si creano soprattutto dalla terza settimana. A quel punto chi contrae la malattia è molto protetto”.

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Questo non vuol dire che basti una sola dose, precisa l’esperto. “Per gli anziani, che hanno un sistema immunitario debole, serve la seconda. Per i giovani meno, ma è comunque per tutti un prolungamento e rafforzamento della risposta immunitaria”.

Quello che va fatto ora, secondo Rasi, è “usare AstraZeneca, Pfizer e Moderna per vaccinare più over 60 nel minor tempo possibile. Ritardare la seconda dose può aiutare soprattutto nel caso di problemi di rifornimento. Senza dimenticare l’arrivo di Johnson&Johnson monodose”. Dopo potrà passare “ai più giovani con gli stessi vaccini”.

“L’Ema non ha escluso” che si possa usare anche AstraZeneca. “Ora va usato sopra i 60 anni, ma tornerà utile. L’effetto collaterale è rarissimo e non è da escludere che con la vaccinazione di massa sorgano reazioni simili alla proteina Spike di altri vaccini”.

Chi ha fatto la prima dose con questo prodotto scudo “non ha motivo di cambiare, anche perché è improbabile che con la seconda dose si riveli un problema genetico”.

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