L'Università di Ferrara e lo Spallanzani sperimenteranno il vaccino Sputnik con San Marino

Sul Titano, l'utilizzo del vaccino russo funziona benissimo: l'Università e l'ospedale romano si occuperanno di dare una valutazione sulla reale efficacia

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9 Aprile 2021 - 15.24


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In attesa dell’accettazione da parte dell’Ema di introdurre sul mercato il vaccino russo Sputnik, l’Università di Ferrara, insieme all’Istituto per la sicurezza sociale (Iss) di San Marino e all’Inmi Spallanzani di Roma, lavorerà alla sua sperimentazione.

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“I ricercatori – sottolinea l’Univesità di Ferrara (Unife) in una nota – opereranno una valutazione qualitativa e quantitativa della risposta anticorpale prodotta dall’organismo dopo la somministrazione del vaccino che, secondo un recente studio comparso su ‘The Lancet’, presenta un’efficacia molto alta (91,6%)”.

”Il nostro gruppo di ricerca, che è armonicamente costituito sia da otorinolaringoiatri che da genetisti, opererà sia sul ‘Titano’, che a Ferrara – spiega Michele Rubini, professore associato di Genetica medica – A San Marino, affiancandosi agli operatori della vaccinazione con Sputnik V, gestirà la raccolta e la conservazione dei campioni biologici, i quali verranno poi inviati nei laboratori del Dipartimento di neuroscienze e riabilitazione per le analisi molecolari di valutazione della carica virale e le indagini genetiche”.

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Mentre lo Spallanzani “si occuperà principalmente di dare una valutazione dell’efficacia del vaccino Sputnik V in termini di capacità di evocare la produzione di anticorpi anti-coronavirus”, sottolinea l’università.

Lo studio avviato da Iss di San Marino, Spallanzani e Unife arriva per colmare l’attuale carenza di studi di popolazione.

“Nella ‘Serenissima’ repubblica, i cittadini che si vaccinano con Sputnik V, circa 10 mila, previo consenso, vengono monitorati per la risposta anticorpale in occasione della seconda dose vaccinale e a 3 settimane di distanza da essa – prosegue l’ateneo – L’analisi valuta sia la quantità di anticorpi ‘anti-spike’ prodotti sia la qualità, cioè il contenuto reale di anticorpi capaci di neutralizzare il coronavirus.

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Nel contempo, i soggetti, sia vaccinati che non, che dovessero presentare sintomi di sospetto Covid-19, verranno valutati sia con tampone molecolare naso-faringeo che con un nuovo test non-invasivo sviluppato a Unife dal gruppo di ricerca di Stefano Pelucchi (Unità operativa di Otorinolaringoiatria) e di Michele Rubini (Genetica Medica) con la fattiva collaborazione dei colleghi impegnati nelle degenze Covid dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cona, in grado di fornire una precisa valutazione della carica virale a livello della mucosa nasale”.

“L”ottenimento di queste informazioni è cruciale al fine di una approvazione di Sputnik V da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e per un suo impiego strategico nella campagna di vaccinazione anti-Covid della popolazione Europea”, conclude l’Università di Ferrara.

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