Quasi sparite malattie respiratorie e influenza grazie alle norme anticovid

Da uno studio condotto dagli scienziati del Boston Medical Center (Bmc) si è evinto quanto l’uso di mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani abbia influito su una sostanziale diminuzione di altre infezioni: l’80% in meno

Distanziamento sociale
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25 Marzo 2021 - 10.03


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Da uno studio pubblicato sulla rivista Open Forum Infectious Diseases, condotto dagli scienziati del Boston Medical Center (Bmc), si è rilevata una riduzione dell’80 per cento dei casi di influenza e altre infezioni respiratorie virali durante la pandemia rispetto agli anni precedenti.

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Le precauzioni adottate per prevenire la diffusione della pandemia da nuovo coronavirus hanno quindi ridotto anche l’incidenza di altre malattie respiratorie comuni.

Questo evidenzia come le misure di salute pubblica utilizzate per prevenire la trasmissione di Covid-19, come l’uso di mascherine, il distanziamento sociale e la frequente igiene delle mani, siano utili anche per ridurre il rischio di altre infezioni. 

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Manish Sagar, del Bmc: “Sappiamo che gli agenti patogeni che provocano infezioni respiratorie si diffondono attraverso il contatto ravvicinato volevamo esplorare in che modo le misure attuate per il nuovo coronavirus avessero rallentato il diffondersi di altre patologie”.

Il team ha analizzato tutte le infezioni virali respiratorie documentate ospedaliere e ambulatoriali presso il Boston Medical Center tra il primo gennaio 2015 e il 25 novembre 2020, suddividendo lo scorso anno in due periodi, dal primo gennaio al 10 marzo, e dall’11 marzo al 25 novembre, in modo da differenziare i momenti caratterizzati dall’attuazione di misure di prevenzione.

Gli scienziati riportano che a seguito dell’implementazione delle norme di sicurezza sanitaria la rilevazione di virus respiratori era dell’80 per cento meno elevata rispetto agli stessi periodi negli anni precedenti.

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La ripresa graduale delle attività a Boston, inoltre, avvenuta intorno al 20 luglio 2020, è stata associata a un aumento del rilevamento delle infezioni da rinovirus.

Ha proseguito Sagar: “I risultati del nostro studio possono essere particolarmente utili per lo sviluppo di strategie di prevenzione in contesti in cui le infezioni respiratorie sono particolarmente pericolose, ad esempio gli ambienti in cui si ritrovano persone anziane o immunodepresse”.

 

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