Il sessuologo Silvaggi: "La pandemia una lente d'ingrandimento dei problemi di coppia"

Il medico parla delle conseguenze del Covid all'interno di una relazione: "La costrizione a stare più tempo insieme in casa ha inciso più negativamente sugli uomini, per le donne meno desiderio"

Marco Silvaggi, sessuologo
Marco Silvaggi, sessuologo
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25 Marzo 2021 - 17.28


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Tra i tanti campi che hanno subito variazioni durante la pandemia c’è sicuramente la vita di coppia, che ha subito un brusco cambiamento nelle abitudini.

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Coppie andate in crisi perché improvvisamente costrette a stare troppo tempo insieme. Fidanzati che hanno dovuto scegliere se rinunciare a vedersi la sera o trasformare la relazione in convivenza, nuove conoscenze diventate desiderio bollente proprio per l’impossibilità di raggiungersi tra una regione e l’altra. E i single che più di tutti hanno patito l’isolamento, divisi tra la voglia di socialità spesso sfociata in dating online e chiusura con più consumo di pornografia.

“La pandemia ha fatto da acceleratore e da lente di ingrandimento alle nostre difficoltà di relazione – spiega  Marco Silvaggi, psicoterapeuta e sessuologo dell’Istituto di sessuologia clinica -. Ovviamente impatti diversi ci sono stati a seconda delle condizioni di relazione”.

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“Per quanto riguarda le coppie – dice Silvaggi – la costrizione a stare più tempo insieme in casa, vivere in uno spazio ristretto, intimo, e avere meno occasioni di uscita e di distanziamento ha inciso più negativamente sugli uomini perché sono meno educati a difendere i propri spazi all’interno dell’intimità. Delegano i loro spazi di libertà a fattori esterni: ‘devo andare al lavoro quindi il lavoro diventa l’argine della mia vita’”.

“Per quanto riguarda il desiderio sessuale – rileva il sessuologo – le donne se hanno minore desiderio, si sentono per ragioni culturali più autorizzate a dire ‘non mi va’ e quindi a sottrarsi su una base assolutamente soggettiva. Per gli uomini invece – sottolinea – è più difficile dire di non avere desiderio. Per cui normalmente tendono a usare come scusa impegni esterni, attività varie che ovviamente in un periodo come questo vengono meno. La pandemia ha fatto cadere gli alibi – afferma Silvaggi – li ha messi a casa, vicini, disponibili e si sono dovuti dire la verità. Così, per chi prima soffriva la mancanza di tempo per stare insieme, questa pandemia ha funzionato come una prolungata luna di miele migliorando molto la relazione. Altri che invece funzionavano proprio perché avendo una vita frenetica si vedevano poco… sono scoppiati”.

In questo senso alcune coppie sono state ‘salvate’ dalla presenza dei figli in casa. “Avere figli in casa impedisce il più delle volte – rileva Silvaggi – di avere privacy e intimità, mentre l’assenza di figli l’aumenta in maniera esponenziale. L’effetto che questo ha sulla coppia dipende molto da come è organizzata la relazione. Nel senso che – spiega il sessuologo – alcune coppie che non avevano un buon rapporto con la loro intimità hanno diminuito la loro tensione sulla base del fatto che essendoci i figli dentro casa, non si poteva stare da soli per cui tutto l’argomento intimità, che rappresentava più un problema che altro, è stato messo da parte e li ha rasserenati. Altri invece che avevano una buona intimità e vorrebbero stare insieme soffrono tremendamente il fatto che essendoci i figli dentro casa non ci sia più intimità”.

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Un’accelerazione è stata quella che la pandemia ha portato nelle relazioni tra fidanzati. “Le coppie non conviventi, complice per esempio il coprifuoco, si sono trovate davanti al bivio: me ne vado alle 21.30 oppure resto a dormire? Che è un bivio – sottolinea il sessuologo – davanti al quale prima non ci si trovava. Anche l’impossibilità di spostarsi tra Comuni ha messo molte coppie che non sarebbero andate a vivere insieme davanti a questa scelta dicotomica: o stiamo sempre insieme o ci allontaniamo completamente”.

Per cui – ribadisce Silvaggi – la pandemia ha accelerato i tempi di molte coppie che si trovavano ancora in una zona intermedia. Sono saltate le sfumature relazionali con tutte le ricadute del caso: chi aveva le carte in regola per raggiungere uno stato di felicità l’ha raggiunta più rapidamente, le coppie che invece si reggevano più su una relazione a distanza sono andate incontro a una crisi marcata”.

Infine, “per quanto riguarda le persone single – afferma Silvaggi – la pandemia a un certo punto le ha isolate. Quindi la reazione è dipesa anche molto dai caratteri: alcune persone più timorose e introverse hanno interrotto qualsiasi tipo di relazione, altre persone più estroverse che hanno più necessità di stare in relazione hanno iniziato a mettere in discussione l’integrità per cercare comunque di mantenere dei rapporti. E qui le differenze di genere sono meno marcate. Non mi sentirei di dire che gli uomini single – dice il sessuologo – hanno sofferto di più perché come si sente spesso affermare gli uomini sono più suscettibili alla necessità di fare sesso. Per tutte le persone single è un periodo molto limitante e molto difficile da affrontare”.

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Un ruolo importante soprattutto per i single è stato giocato dal web. “La possibilità di incontrarsi online è diventato un passaggio ineludibile – sottolinea Silvaggi – perché i locali sono chiusi, non ci sono più i luoghi di aggregazione per cui le persone si conoscono con il dating online, chattano e magari decidono di incontrarsi con la mascherina e la distanza ma intanto si conoscono. Purtroppo poi – conclude – ci sono state alcune persone più suscettibili che invece si sono proprio rifugiate nella pornografia intesa come sostituto di qualsiasi desiderio”.

 

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