La preoccupazione di Pregliasco sul Covid: "Le prossime quattro settimane saranno le più delicate"
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La preoccupazione di Pregliasco sul Covid: "Le prossime quattro settimane saranno le più delicate"

Il virologo: "Si può solo agire in micro-aree dove la situazione dei contagi rischia di sfuggire di mano. Andrebbe ripensato anche lo screening nelle scuole con tamponi a tappeto''. 

Il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'università degli Studi di Milano
Il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'università degli Studi di Milano
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26 Febbraio 2021 - 09.27


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Altro che riaperture, c’è bisogno di tanta cautela: ”Le prossime tre o quattro settimane saranno le più delicate. S’incrociano diversi fattori critici: le varianti che ora sono la vera emergenza, la campagna vaccinale che dovrebbe accelerare e zone specifiche che ci stanno indicando approcci inediti in questa nuova fase: non potendo affrontare lockdown totali per evidenti motivi economici, si può solo agire in micro-aree dove la situazione dei contagi rischia di sfuggire di mano; in questo caso specifico con la vaccinazione della fascia d’età 60-79. Andrebbe ripensato anche lo screening nelle scuole con tamponi a tappeto”. 
Così al Corriere della Sera Fabrizio Pregliasco, che parla anche dei casi in aumento a Milano e nella sua area metropolitana dove ”il tallone d’Achille è negli spostamenti e nei fitti contatti fra persone, oltre al pendolarismo, ancora elevato nonostante lo smart working. In presenza di varianti è necessario mantenere le procedure di igiene e sicurezza personale, riducendo il più possibile i contatti interpersonali. La ‘rilassatezza’ delle ultime settimane di sicuro non ci ha aiutati: abbassare la guardia gioca contro di noi”.
Riguardo il caso Bollate, afferma il virologo, ”le varianti possono interessare in maggior misura i bambini e gli adolescenti sopra i 12 anni. Quindi le scuole vanno attenzionate con scrupolo. Gli Stati Uniti stanno pensando di vaccinare gli allievi delle elementari. Da noi sarebbe utile uno screening in tutti gli istituti visto che sulla malattia nei più giovani resta molto da studiare. Anche i dati diffusi da Regione Lombardia vedono un forte aumento nei giovani. I coronavirus a Rna evolvono di continuo attraverso mutazioni, addirittura fin dall’inizio della pandemia. Solo alcune varianti provocano maggiori trasmissibilità e patogenicità con forme più severe o bypassando l’immunità acquisita. Ecco perché il monitoraggio è cruciale”. La fascia più colpita in Lombardia va dai 25 ai 49 anni. Quali le ragioni? ”Da una parte – risponde Pregliasco – parliamo di persone attive, in età lavorativa e ad alta socialità e quindi con più probabilità di contagiarsi, dall’altra le varianti tendono a ‘irrobustirsi’ e quindi attaccare la popolazione anche in buone condizioni di salute. È come se il virus cercasse vie di fuga in tutte le direzioni per sopravvivere”.
La scelta migliore, secondo Pregliasco, ”sarebbe quella impraticabile purtroppo: fermare il Paese e vaccinare in modo massiccio, come già detto in molte occasioni. La politica in questa fase sarà chiamata a scelte difficili; molto dipende dagli approvvigionamenti di vaccini. Bisogna riportare l’attenzione ai massimi livelli, anche se mi rendo conto che la popolazione sta vivendo una maratona oramai estenuante”.

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