Galli pessimista: "Le zone colorate non hanno funzionato, la variante inglese è più potente"
Top

Galli pessimista: "Le zone colorate non hanno funzionato, la variante inglese è più potente"

L'infettivologo avverte: "La variante inglese è più contagiosa del 40% e colpisce i bambini. Questa situazione congelata non lascia presagire nulla di buono"

Galli
Galli
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Febbraio 2021 - 10.04


ATF

 

Posizioni contrastanti sugli effetti della variante inglese, che si appresta a diventare quella prevalente in Italia.

I contrasti tra gli esperti non aiutano a chiarire la situazione.

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, la pensa così: “La variante inglese di Sars-CoV-2 è una variante con il 40% in più di capacità di trasmissione rispetto alle altre, e che tra breve soppianterà quello che circola in Italia. Se no verrà soppiantata a sua volta da qualche cosa di più efficiente nell’essere trasmessa, e quindi da qualche cosa di peggio”.

Proprio in virtù di questo scenario dice sì alle “chiusure mirate. Aree rosse, se necessario”.

Galli ribadisce che “le zone colorate credo non abbiano sortito gli effetti voluti. Guardando anche ai dati dell’ultimo periodo – osserva – si vede che siamo in una situazione apparentemente congelata, ma che per colpa di una variabile aggiuntiva, le varianti” appunto, “non lascia presagire purtroppo nulla, nulla di buono”.

‘L’inglese sembra infettare più validamente i bambini, fondamentale vaccinare veloci ma l’approvvigionamento batte la fiacca’

L’esperto ritiene “necessario tentare di coordinare strategie su tre ambiti”. Il primo è una “maggiore valutazione della situazione” epidemiologica reale e della circolazione di varianti, “soprattutto se si tengono aperte le scuole elementari, perché la variante inglese – evidenzia Galli – pare sia in grado di infettare più validamente i bambini”. E anche se nei piccoli Covid non colpisce “quasi mai con esiti pericolosi per la vita”, il rischio è quello di “più trasmissione anche negli adulti”.

Il secondo ambito sul quale bisognerebbe accelerare secondo l’infettivologo sono i “test”, per avere una fotografia reale della situazione disponendo appunto “chiusure mirate, aree rosse se necessario. Ma soprattutto”, terzo punto, “sarebbe fondamentale rapidamente vaccinare, vaccinare, vaccinare”. Un’operazione per la quale però “manca il pane”, cioè “manca il vaccino”, perché “quel che sembra di vedere è che l’approvvigionamento batte la fiacca – rileva Galli – e questo credo sia difficile poterlo negare”.

“Non è colpa di quelli che dicono queste cose perché le sanno – tiene a puntualizzare lo specialista – Forse varrebbe la pena che un po’ di altre persone se ne facessero una ragione, e che cercassimo di tirare tutti nella stessa direzione”.

 

 

Native

Articoli correlati