Crisanti: "Per far funzionare il vaccino bisognerebbe fare un lockdown e vaccinare più gente possibile”
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Crisanti: "Per far funzionare il vaccino bisognerebbe fare un lockdown e vaccinare più gente possibile”

Il professore di microbiologia: "Vaccinare a rilento è un azzardo biologico. Più il virus si trasmette più ci sono mutazioni e più ci sono le possibilità che queste siano resistenti al vaccino”

Andrea Crisanti
Andrea Crisanti
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14 Gennaio 2021 - 21.32


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Parole preoccupate: “In una situazione di trasmissione, vaccinare a rilento è un azzardo biologico. Più il virus si trasmette più ci sono mutazioni e più ci sono le possibilità che queste siano resistenti al vaccino”

“Introdurre un vaccino proprio durante un picco di contagi potrebbe indurre il virus a selezionare una nuova variante capace di aggirare le barricate e affermare nel mondo la sua mutazione più abile”: lo spiega Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell’Università di Padova.

“L’illusionista Houdini riusciva a liberarsi davanti al pubblico da catene, lucchetti e camicie di forza. Evase persino ammanettato in una scatola di vetro totalmente piena d’acqua: fu il più famoso escapologo del mondo. Il rischio forte che corriamo è che il Covid faccia come Houdini e, prima che possiamo ingabbiarlo col vaccino, trovi il suo escape, la sua via di fuga”, spiega Crisanti in una intervista a Avvenire.

Visti i dati in rapida ascesa anche in Italia e la possibilità che proprio il vaccino selezioni nuove varianti, sarebbe meglio rimandare la campagna vaccinale? “Al contrario”, spiega Crisanti, “ormai è fondamentale correre: bisogna vaccinare più gente possibile per non lasciare al Sars-CoV-2 il tempo di ingegnarsi e fare come Houdini. L`illusionista a forza di sfide alla fine ci ha rimesso la pelle, noi dobbiamo far sì che anche il virus finisca male: sbarrargli tutte le porte perché non si scavi il tunnel per evadere dalla prigione. In passato ha già diffuso la famigerata variante G, dieci volte più contagiosa della iniziale epidemia di Wuhan, poi quella inglese, ora quella sudafricana, e magari ce n’è già pure una italiana (non lo possiamo sapere perché non abbiamo tanti mezzi per sequenziare il genoma quanti ne ha l`Inghilterra)… Insomma, non ci possiamo permettere disorganizzazioni, dobbiamo immunizzare centinaia di migliaia di italiani al giorno, sperando di arrivare prima di Houdini”.

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Non teme che, una volta vaccinate le prime decine di milioni di italiani, gli altri si rilassino e quindi non si raggiunga il traguardo di almeno il 70% di popolazione protetta? “E’ probabile e pericoloso: questo tipo di atteggiamenti darebbe una opportunità al virus con effetti devastanti. Non solo dobbiamo accelerare ma restare estremamente attenti fino alla fine della campagna vaccinale, il prossimo autunno: la profilassi evita che ci ammaliamo ma ancora non sappiamo se evita anche che ci infettiamo e quindi contagiamo i non vaccinati. In teoria non dovrebbe accadere, il vaccino dovrebbe inattivare il virus appena lo incontra…”, risponde Crisanti. In questo senso, i “no vax” che difendono la loro posizione dicendo chi si vaccina non si può più ammalare, dunque noi non facciamo male a nessuno, rischiamo solo di contagiarci noi compiono, secondo Crisanti, un “errore plateale: chi non si vaccina mantiene alta la circolazione del virus, e questo ne trae vantaggio generando nuove varianti magari resistenti alla risposta immune indotta. Se per sventura ci riesce, reinfetta anche tutti i vaccinati e torniamo inermi”.

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