Ricciardi è preoccupato "O facciamo subito un lockdown o le vaccinazioni sono a rischio"
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Ricciardi è preoccupato "O facciamo subito un lockdown o le vaccinazioni sono a rischio"

Per il consulente del ministro Speranza: "Il sistema dei 'colori' di per sé è ottimo, ma c'è bisogno di una chiusura totale di un mese per abbattere i contagi"

Walter Ricciardi
Walter Ricciardi
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12 Gennaio 2021 - 13.40


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Ecco l’allarme lanciato da Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica e consulente del ministro Speranza: servirebbe un lockdown “subito, forte, di almeno un mese, per abbattere i contagi e riuscire a riprendere il tracciamento. Altrimenti si rischia di mettere a repentaglio la campagna vaccinale”.

“Il sistema dei ‘colori’ – spiega – di per sé è ottimo, è giusto adeguare le misure alle specificità dei singoli territori. Ma la situazione ora è tale che avremmo bisogno di un lockdown forte per un mese, con l’obiettivo di tornare a un’incidenza settimanale di 50 casi per 100mila abitanti, la soglia che ci consentirebbe di ripartire con il tracciamento e far tornare l’epidemia sotto controllo. Purtroppo i dati parlano chiaro: c’è un peggioramento nel numero di casi, nei ricoveri, e abbiamo già superato il numero di decessi della prima ondata”.

Peraltro, fa notare l’esperto, “in Europa ormai molti Paesi stanno optando per il lockdown, anche se quasi tutti i leader occidentali, va detto, hanno adottato una politica di ‘inseguimento’ e non di anticipo rispetto alle mosse del virus. E preoccupa la variante inglese, che sta mettendo in ginocchio il Paese e potrebbe diffondersi anche da noi”.

Il problema insomma, sottolinea Ricciardi, è che il virus corre, e noi arranchiamo: “Siamo sistematicamente in ritardo. Se si adottano misure di contenimento quando la situazione è già grave ci vuole più tempo, e si ha un numero di morti molto superiore. E con l’inizio, tra qualche settimana, della campagna vaccinale di massa una situazione fuori controllo potrebbe complicare molto le operazioni. Rischiamo di essere costretti – conclude – a adottare misure di emergenza in corsa, e sarà tutto più difficile”. 

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