Antonelli (Cts) sui rischi Covid: "Assurdo il solo parlare di cenoni e veglioni"

Il direttore della terapia intensiva della Fondazione Policlinico Gemelli: "Spero non si ripeta quanto successo la scorsa estate"

Massimo Antonelli, direttore della terapia intensiva della Fondazione Policlinico Gemelli
Massimo Antonelli, direttore della terapia intensiva della Fondazione Policlinico Gemelli
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21 Novembre 2020 - 10.38


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Parole che vogliono rassicurare: “Sono d’accordo con Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, quando afferma che i vaccini sono affidabili e saranno sottoposti a test ineludibili e che alcuni colleghi hanno fatto dichiarazioni sconcertanti. La filiera di sperimentazione è stata molto accorta e puntuale e la garanzia di sicurezza è necessaria per le stesse case farmaceutiche che di certo non si vorranno esporre a un precipizio enorme come quello rappresentato dall’insicurezza del vaccino”.
Lo afferma Massimo Antonelli, direttore della terapia intensiva della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts).
Sulla possibilità di una terza ondata con il nuovo anno, Antonelli avverte che bisognerà consolidare i comportamenti rigorosi assunti fino a qui, non violare le regole e utilizzare intelligenza e buon senso”.
Sulla possibilità di fare cenoni e feste a Natale? Spero non si ripeta quanto successo la scorsa estate, quando per altro persistevano forti raccomandazioni a comportamenti corretti: lavaggio delle mani, distanziamento e niente assembramenti soprattutto – precisa Antonelli – È chiaro che non si potranno fare cenoni di venti persone con zii e cugini e che non sarà il caso di festeggiare l’anno nuovo in piazza passandosi lo stesso bicchiere come in tempi normali. Il veglione è impossibile, è proprio assurdo parlarne. Questo in ogni caso”.
La pandemia in Italia attualmente a che punto della seconda ondata si trova? “La situazione comporta ancora grandissima attenzione, come scritto sul rapporto-monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità ieri – risponde il primario – Sono ancora troppe, quasi tutto il territorio nazionale, le regioni a rischio alto di trasmissione del coronavirus. Allo stesso tempo iniziamo a essere più fiduciosi perché la curva dei contagi sembra aver iniziato una discesa incoraggiante, dopo un rallentamento in atto da un po’. Qualche effetto i Dpcm che si sono susseguiti a partire da fine ottobre lo stanno producendo – conclude – e siamo in attesa di capire quali risultati avranno le misure più stringenti prese recentemente”.

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