Guerra (Oms): "Rafforzare la medicina di territorio e ripensare la app Immuni"
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Guerra (Oms): "Rafforzare la medicina di territorio e ripensare la app Immuni"

Il direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): "La App esiste, è presente, molti lo hanno installato, ma non si collega con i Dipartimenti di Prevenzione"

Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
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21 Ottobre 2020 - 17.40


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Non si perda altro tempo: per affrontare la seconda ondata di Covid-19 in Italia “gli ospedali sono stati attrezzati, le terapie intensive sono state rafforzate e credo sia stato fatto uno sforzo gigantesco per mettere le strutture ospedaliere in condizioni di gestire l’afflusso di pazienti che stiamo vedendo montare in questi giorni. Da questo punto di vista la preparazione è stata adeguata”.

Quello che invece è mancato è “il rafforzamento del territorio, della prima linea” formata da “medicina generale e pediatria di libera scelta”. Di “tutto il personale che in questo momento è a disposizione, ma che non viene coinvolto attivamente nella procedura di tracciamento”.
Questa è la criticità rilevata da Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai 3.
Per l’esperto “non è con il tampone e con l’intensificazione dei tamponi che si risolve il problema. Bisogna distinguere con grande chiarezza quali sono gli strumenti utilizzabili per fare diagnosi di patologia esistente e quali invece per lo screening: è una cosa diversa”, precisa Guerra che invita anche a una riflessione sull’App Immuni: “Abbiamo un presidio tecnologico che non è stato usato nel migliore dei modi – sottolinea – Esiste, è presente, molti lo hanno installato, ma non si collega con i Dipartimenti di Prevenzione” delle aziende sanitarie “e questo è abbastanza strano. Serve un ripensamento di questo percorso per informatizzare quello che è possibile informatizzare”, a fronte di un ‘nodo’ che non riguarda tanto le risorse finanziarie, reperibili, quanto piuttosto le risorse umane.

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