La virologa Cassetti: "Negli Usa inziata la produzione del vaccino in attesa del via libera"

Cristina Cassetti vicedirettrice della divisione di Microbiologia del National Institute of Allergic and Infectious Diseases, l'istituto di ricerca su allergie e malattie infettive guidato da Anthony Fauci.

La virologa Cristina Cassetti
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14 Agosto 2020 - 08.53


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Si portano avanti con il programma, sperando che tutto vada al meglio: “Sei su sette delle aziende finanziate dal governo americano hanno già iniziato a produrre le dosi del vaccino. L’obiettivo è essere pronti con le dosi appena la Federal Drug Administration avrà completato le verifiche. Ci aspettiamo che l’autorità federale faccia le cose bene e possa dare il via libera con un provvedimento d’urgenza. Le prime dosi dei vaccini approvati potranno essere subito distribuite. Le aziende bocciate dovranno buttare via tutto e ricominciare daccapo”.
Ma l’arrivo sul mercato difficile che arrivi “prima di gennaio”.
A tracciare il quadro – in un’intervista al Corriere della sera – la virologa italiana Cristina Cassetti vicedirettrice della divisione di Microbiologia del National Institute of Allergic and Infectious Diseases, l’istituto Usa pubblico di ricerca su allergie e malattie infettive guidato da Anthony Fauci.
Il vaccino – ha spiegato la virologa che si è formata a Roma e che coordina i sette progetti finanziati dal governo federale, a cominciare da quelli di Moderna e Pfizer, entrati da qualche settimana nella fase tre della sperimentazione – potrebbe essere disponibile su larga scala nel mondo.
“Il nostro istituto – ha detto – sta collaborando con l’Organizzazione mondiale della Sanità, con l’Eu Funding dell’Unione europea, con alcune realtà non profit come il Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, sede a Oslo ndr), la Bill & Melinda Gates Foundation e con il progetto Covax della Gavi Alliance”
Gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando insieme, spiega, ci sono varie collaborazioni tra scienziati americani e cinesi sulla ricerca di base del virus. “Stiamo collaborando – ha precisato Cassetti – con colleghi indiani sui vaccini e abbiamo in programma altri scambi internazionali”. Mentre non ci sono “contatti tra scienziati del nostro Istituto, il Nih, e russi”, ha aggiunto la scienziata, sottolineando che del vaccino russo, prima dell’annuncio di Vladimir Putin, “non ne sapevamo nulla, poiché i dati non sono stati pubblicati. Lo abbiamo letto anche noi sui giornali”.
“Ho visto che hanno testato il vaccino su 76 persone. Mi sembra un numero troppo limitato per poter essere certi che sarà efficace e che si possano escludere effetti collaterali”, ha concluso.

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