L’Accademia dei Lincei frena gli entusiasmi mondiali sul vaccino anti Covid: ecco perché

Tutta una letteratura scientifica consolidata secondo cui tutto l’iter delle sperimentazioni, anche nel caso di percorso senza ostacoli, difficilmente porterà ad avere un vaccino prima del 2021 inoltrato

Vaccino anti Covid
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27 Luglio 2020 - 12.32


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Cautele sulla “valutazione accelerata” dei candidati vaccini anti Covid-19 in sperimentazione sull’uomo, spesso dettata dalla fretta e dall’urgenza, e necessità di rigorosi studi sulla sicurezza. L’invito alla prudenza arriva dal documento della Commissione Salute dell’Accademia di Lincei e si riferisce sia agli annunci sui risultati preliminari dei test, sia a procedure come lo Human Challenge Trial, che prevede la somministrazione del virus dopo quella del vaccino in volontari sani. 

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Sul primo fronte, gli annunci sui primi trial, oggi è tornato a parlare il presidente dell’Irbm di Pomezia, Piero Di Lorenzo, in un’intervista a Libero. Molti gli annunci che lancia sul vaccino anti-Covid che la multinazionale farmaceutica AstraZeneca sta sperimentando con la collaborazione della Oxford University e, per l’appunto, con l’istituto che ha sede alle porte di Roma. “In farmacia a gennaio, costerà 2-3 euro, in un anno se ne produrranno due miliardi di dosi”. C’è però tutta una letteratura scientifica consolidata secondo cui tutto l’iter delle sperimentazioni, anche nel caso di percorso senza ostacoli, difficilmente porterà ad avere un vaccino prima del 2021 inoltrato. 

Sul secondo fronte, quello dello Human Challenge Trial, l’Ansa intervista Agnese Lanzetti, ricercatrice, 31 anni, laurea all’Università di Pisa, pronta a offrirsi “come volontaria” per il test del vaccino anti Covid-19 basato sulla somministrazione del virus dopo quella del vaccino. La sua firma è tra le oltre cento a sostegno della lettera aperta inviata al direttore dei National Institute of Health (Nih), Francis Collins, per iniziativa dall’organizzazione ‘1 Day Sooner’. L’obiettivo è arrivare al vaccino prima possibile e la strategia dello Human Challege Trial lo consentirebbe.“Ho visto l’appello in rete alcuni mesi fa e ho deciso di firmare per portare l’argomento all’attenzione della società”, ha detto Agnese Lanzetti all’ANSA. “Nel mio lavoro seguo temi diversi dall’immunologia, ma grazie alla mia preparazione scientifica riesco a comprendere rischi e benefici dello Human Challenge Trial. Mi offrirei come volontaria e ho firmato sapendo che teoricamente potrei essere considerata un buon candidato”.

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