Il virologo Pregliasco: "Bene Speranza, no alla paura e sì all'attenzione"
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Il virologo Pregliasco: "Bene Speranza, no alla paura e sì all'attenzione"

Lo studioso dell'università degli Studi di Milano: "Dobbiamo riuscire a individuare in modo sempre più efficace i nuovi focolai e questa è una responsabilità istituzionale"

Il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco
Il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco
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14 Luglio 2020 - 20.50


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Indirettamente una presa di distanze dall’estremista di destra che voleva pieni poteri e che oggi ha sostanzialmente chiedo la fine del distanziamento sociale in nome della libertà e dell’amore.
“Una ripresa all’insegna del buon senso, senza paura ma con attenzione”. In questa fase della crisi Covid-19, “no paura sì attenzione” è la parola d’ordine da conoscere e mettere in pratica secondo il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che commenta da un lato l’andamento dei dati dell’epidemia di coronavirus Sars-CoV-2 in Italia, dall’altro le comunicazioni al Parlamento del ministro della Salute Roberto Speranza, con la proroga delle misure anti-contagio al 31 luglio.
Se da un lato il bollettino della Protezione civile indica “una situazione endemica con un bassissimo numero di casi, tutto sommato non gravi, quindi un quadro che dimostra la nostra capacità di identificare soggetti positivi che in passato non avremmo scoperto”, sottolinea Pregliasco, dall’altro lato questi stessi nuovi casi rilevati “provano anche che il virus continua a essere presente fra noi, seppure con un’incidenza bassa”. Da qui l’invito a “non avere paura”, ma a “mantenere attenzione” e guardia alta.

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“Dobbiamo riuscire a individuare in modo sempre più efficace i nuovi focolai e questa – precisa l’esperto – è una responsabilità istituzionale”, alla quale va però affiancata “la responsabilità personale di ognuno di noi”: tutti dobbiamo fare la nostra parte per vincere la battaglia, raccomanda il virologo.
 Pregliasco disegna dunque l”identikit’ dei nuovi focolai di Covid-19 in Italia e non solo, notando che “sono l’effetto combinato di tre elementi: lavori a rischio, come possono essere le attività nei macelli o quelle degli spedizionieri; alcune situazioni sociali difficili, la Garbatella a Roma piuttosto che Mondragone nel Casertano, e poi i casi di infezione importati dall’estero”, su cui è grande l’attenzione delle autorità sanitarie nazionali e regionali come è giusto che sia, conferma l’esperto.
Scongiurare “la bomba biologica”, la temuta nuova ondata, conclude il virologo, in questo momento significa proprio riuscire a “contrastare la combinazione di questi tre fattori”.

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