La virologa Gismondo: "Ho subito molestie, il maschilismo c'è ma non si batte con le quote rosa"
Top

La virologa Gismondo: "Ho subito molestie, il maschilismo c'è ma non si batte con le quote rosa"

La direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica e Virologia dell'ospedale Sacco di Milano, nel suo libro 'Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi' (editore La nave di Teseo),

Maria Rita Gismondo
Maria Rita Gismondo
Preroll

globalist Modifica articolo

7 Luglio 2020 - 16.26


ATF

Come molti medici esperti dfi virus e malattie infettive si è trovata al centro della scena dopo che la pandemia del Coronavirus ha raggiunto l’Italia.

“La mia vita cominciò…con mio padre che entrò nella camera da letto dove avevo appena vagito, gli annunciarono ‘femmina’ e svenne. Aspettava un maschio”.

Si racconta così Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, nel suo libro ‘Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi’ (editore La nave di Teseo), prima di addentrarsi nell’analisi della pandemia di Covid-19.
L’esperta parla della difficoltà di affermarsi da camice rosa e della “lotta per la parità” che le ha “causato tanti problemi”, ma anche dato soddisfazioni. “E’ stato difficilissimo nuotare controcorrente – ha detto – Questo mondo è maschile, con un maschilismo che si cela dietro eleganti ammissioni alle quote rosa, strumento che peraltro non condivido”.

Nella presentazione che fa di se stessa, Gismondo parla degli anni in cui era in università a Catania, dello scontro avuto con un professore, di episodi spiacevoli avuti con quello che lei soprannomina “il re”. “Quel giorno lavoravo al banco del laboratorio accanto ad altri colleghi. Arrivò alle mie spalle e cominciò a palparmi”, scrive. Lei reagì. “E ho avuto il coraggio di denunciare quello che non andava”.
Paladina del ‘Me too’ ante litteram? “In realtà quel movimento lo sento molto diverso – osserva – e in qualche passaggio l’ho anche criticato perché mi sembra che qualcuna lo abbia strumentalizzato”. Guardando al mondo scientifico, “non c’è comunque ancora parità totale. Bastino due flash: al tavolo tecnico governativo” per l’emergenza Covid-19 “nessuna donna, poi sono stati criticati e ne hanno inserite due; al tavolo tecnico regionale in Lombardia nessuna donna tuttora”.
“Anche io – continua Gismondo – dopo 30 anni di lotte non ci sono riuscita a vincere la battaglia contro il maschilismo. Non ci siamo riuscite. I motivi sono tanti e alcune colpe sono anche nostre. La chiave di volta credo che sia nell’autostima. Avremo parità quando la donna riuscirà ad avere il suo ruolo nella società, con autostima. Noi ci poniamo spesso in un livello di sudditanza, abbiamo paura di non riuscire, non abbiamo coraggio di responsabilizzare gli uomini che ci stanno accanto. Io prima di trovare la serenità ho visto il mio primo matrimonio rovinarsi, poi ho capito quali erano le mie esigenze”.


Leggi anche:  Inchiesta mascherine, la Procura chiede 1 anno e 4 mesi di carcere per Domenico Arcuri: le accuse dei Pm

Durante l’emergenza Covid, ricorda Gismondo, “ho sentito i miei collaboratori tutti vicini, intorno a me, senza risparmio di energie, e mi ha dato una gran gioia. Poi ci sono state persone che mi hanno fatto una lotta personale e questo fa parte del maschilismo. Per assurdo le stesse affermazioni per cui sono finita sotto i riflettori sono state fatte da 3-4 virologi uomini e sono passate inosservate. A me questa cosa sul momento ha dato fastidio, ma non ho nessuna intenzione di ricordare il coronavirus Sars-Cov-2 per queste pessime esperienza ma per le ottime pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e i riconoscimenti avuti da Francia, Germania, Spagna”.
Pentita di qualcosa? “Rifarei tutto, ma forse avrei potuto immediatamente esprimere il mio disappunto per il maschilismo imperante che ho subito e probabilmente la gente avrebbe capito il tenore di certe dichiarazioni. Ora andiamo avanti. Mi interessa la ricerca e la salute della gente. Tutto il resto è noia”, conclude.

Native

Articoli correlati