L'allarme di Richeldi: "Molti guariti dal Covid accusano in seguito disturbi difficilmente spiegabili"
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L'allarme di Richeldi: "Molti guariti dal Covid accusano in seguito disturbi difficilmente spiegabili"

Il presidente della Società italiana di pneumologia: "Bisogna verificare cosa è successo, oltre che a livello polmonare, anche sul sistema nervoso centrale, sul cuore, i reni".

Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia
Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia
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2 Luglio 2020 - 10.56


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Non è una passeggiata e dobbiamo stare attenti: “È un virus nuovo. Per questo anche dare informazioni ai nostri pazienti è più difficile perché non le abbiamo. Il consiglio, però, è quello di sottoporsi a regolari controlli dopo le dimissioni”.
Invita alla prudenza il professor Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia: lo fa in un’intervista a Famiglia Cristiana, che il settimanale pubblica nel numero da oggi in edicola all’interno di un’inchiesta sui guariti dal Covid-19 che accusano disturbi fin qui difficilmente spiegabili.
“Stiamo cominciando a vedere adesso i pazienti che hanno avuto la malattia due o tre mesi fa”, spiega l’esperto, il quale è anche direttore dell’Unità operativa complessa di pneumologia al Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile per la gestione dell’emergenza sanitaria.
“Stiamo constatando che circa un terzo di coloro i quali hanno avuto la polmonite hanno ancora un danno funzionale, cioè hanno un polmone che non si è ripreso completamente. Se questo danno funzionale sia definitivo, permanente, progressivo ovvero se si risolva da solo o con le terapie non lo sappiamo ancora. Purtroppo, dai segnali che ci vengono dalla Cina e dagli studi su virus simili, pensiamo che alcuni danni potrebbero permanere”.
“Si tratta delle cosiddette cicatrici. Parliamo – aggiunge – di una forma di fibrosi polmonare. Sembra che questa possa essere particolarmente sviluppata nei pazienti che sono stati in terapia intensiva o che sono stati intubati o ventilati. Il polmone è, sostanzialmente, la porta di ingresso del virus ed è il primo organo che viene danneggiato. In tutta una serie di casi, però, è indispensabile andare a vedere la funzionalità anche degli organi extrapolmonari. Trattandosi, lo ripeto, di un virus nuovo, bisogna verificare cosa è successo, oltre che a livello polmonare, anche sul sistema nervoso centrale, sul cuore, i reni”.
Nell’inchiesta, Famiglia Cristiana racconta, tra l’altro, la storia di Morena Colombi, “anima” di un gruppo di persone ufficialmente guarite che però soffrono di malesseri prima sconosciuti virus (“All’inizio ci chiamavano untori. Ora passiamo per depressi e ipocondriaci. E’ brutto da dire, ma è la verità: stavamo meglio quando avevamo il virus”).

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