Il professor Andreoni: "Abolire il distanziamento sociale sui treni non è stata una buona idea"

Il virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive

Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma
Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma
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30 Giugno 2020 - 15.17


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Tutto finito? Pare proprio di no. “Abolire il distanziamento sui treni non mi sembra una grande idea. Non è una questione di ottimismo o di pessimismo. E’ una questione di prudenza. Prima ancora che la scienza in questo caso è in gioco il buon senso. Non dimentichiamo che di virus si muore ancora e che diverse persone, adesso, si trovano in terapia intensiva”.

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A affermarlo è Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive.

“Ci sono almeno tre dati da ricordare. Il primo dato è che il virus sta ancora circolando e il caso di Mondragone è quello più eclatante. Il secondo dato è che nei mezzi di trasporto il rischio di contaminazione è più alto: si sta molte ore insieme, in situazioni di stretta vicinanza, e non sempre con la mascherina e prendendo tutte le precauzioni necessarie. Questo – ricorda Andreoni – è un periodo in cui riprendono i grandi spostamenti, da regione a regione e anche da nazione a nazione, e quindi i pericoli aumentano. Il terzo dato è che il virus sta creando, di nuovo, molti problemi in molte aree del mondo, dal Brasile agli Stati Uniti. Molti pensano al caso degli aerei, dove il distanziamento è stato eliminato, ma si tratta di una condizione diversa. Sugli aerei, infatti, i sistemi di aerazione sono molti efficaci, mentre sui treni non sono altrettanto sofisticati. Là la deroga è possibile, sui treni non è consigliabile: è meglio pensare di organizzare un secondo treno, anziché affollarne uno soltanto”, raccomanda.

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“Il punto è – rileva il virologo – che stiamo vivendo un momento delicatissimo: stiamo cercando di capire se le attuali misure di contenimento siano sufficienti, mentre si è decisa la riapertura di tante attività, a cominciare dai bar ai ristoranti. Adesso sovrapporre ulteriori misure di ‘apertura’ a quelle già esistenti mi sembra, oggettivamente, voler rischiare tutto. Troppo. Se la situazione dovesse aggravarsi, con i contagi che ripartono, si ritornerebbe indietro, vanificando gli sforzi fatti finora”.

“Dobbiamo, invece, saper fare delle scelte e riconoscere che esistono delle priorità, legate alla salute di noi tutti. Abbiamo dovuto chiudere le scuole e chiudere anche le università, rinunciare agli esami di maturità come li conoscevamo, e di conseguenza possiamo esercitare la prudenza sui treni”, conclude Andreoni.

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