Il professor Remuzzi: "In Italia abbiamo avuto tre diverse manifestazioni dell’epidemia”

"Nelle regioni meridionali i casi di Covid sono stati estremamente limitati. Come si spiega? Il motivo non può essere ricondotto solo alle pratiche di distanziamento”.

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11 Giugno 2020 - 12.57


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“Una al Nord, una al Centro e l’altra al Sud: abbiamo avuto tre diverse manifestazioni dell’epidemia”. È la tesi di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. “Non sono il solo ad avere questa opinione: la condivido per esempio con Donato Greco, un grandissimo esperto di epidemie. Quando è stata annunciata la chiusura della Lombardia – spiega Remuzzi in un’intervista al Corriere della sera – molte persone sono partite per il Sud, oltre 800 solo da Milano. Ma nelle regioni meridionali i casi di Covid sono stati estremamente limitati. Come si spiega? Il motivo non può essere ricondotto solo alle pratiche di distanziamento”.

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“Credo che in tutto il Paese l′80% delle persone rispetti le tre regole anti-Covid, le uniche efficaci: lavaggio frequente delle mani, distanza interpersonale di almeno un metro e uso della mascherina. Non possono essere solo questi gli elementi che hanno fatto la differenza. Potrà aiutarci a fare chiarezza la cosiddetta intelligence dell’epidemia che tiene insieme sorveglianza delle malattie, ricerca, esperienza delle precedenti epidemie e raccolta dei dati”, aggiunge lo scienziato.

È possibile che Sars-CoV-2 si sia indebolito? “Negli ospedali non abbiamo più pazienti Covid da più di un mese, nonostante ci siano persone positive – risponde Remuzzi – Un’ipotesi è che la concentrazione del virus nelle alte vie respiratorie (carica virale) sia molto meno significativa rispetto a quella che vedevamo nei pazienti 2-3 mesi fa. Inoltre, quasi tutte le epidemie prima o poi si attenuano naturalmente”. 

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