L'infettivologo: "La seconda ondata di contagi può essere pèggio della prima. Serve responsabilità"

Il direttore scientifico dell''Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani' di Roma: il pericolo nella ripresa della mobilità sociale è l'eccesso di entusiasmo.

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma
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1 Maggio 2020 - 19.47


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Speranza, passione e non solo: “Fiducia dai dati, ma l’entusiasmo è pericoloso, serve la responsabilità di tutti per evitare una seconda ondata di contagi”.
Così in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell”Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani’ di Roma. Il timore è “una seconda ondata di contagi, che potrebbe essere anche peggiore della prima: sicuramente – sottolinea – lo sarebbe dal punto di vista dell’impatto sul morale delle persone che hanno già sperimentato due mesi di quarantena a casa”.
Su qualche Regione che spinge per riaprire di più, Ippolito sostiene che “è legittimo e comprensibile che si voglia tornare alla normalità man mano che si vede che i numeri migliorano. Ci sono Regioni dove i numeri sono rassicuranti. Ma non lo sono dappertutto. La decisione di come riaprire, se in maniera univoca o differenziata, è squisitamente politica”.
Il pericolo nella ripresa della mobilità sociale è “l”eccesso di ‘entusiasmo’, il pensiero che sia finito tutto e si possa ricominciare come se niente fosse. Purtroppo – spiega – non è così, non lo sarà per molto tempo ancora”.

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