Galli sulla 'strage Covid-19' nelle residenze anziani: "Bisognava controllare il personale"

Il primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano: "Il personale, arrivando al lavoro, ha infettato i poveri vecchietti. Il controllo dello stato di salute doveva essere effettuato anche negli ospedali"

L'infettivologo Massimo Galli
L'infettivologo Massimo Galli
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8 Aprile 2020 - 15.41


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L’emergenza è stata terribile. E questo è un dato di fatto. Ma l’impressione è che sia stata aggravata perché qualcosa non ha funzionato.
“E’ successo assolutamente questo, persone provenienti dall’esterno hanno infettato i vecchietti”.
 Sono le parole del professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. “Quello che bosogna vavere il coraggio di fare è monitorare con estrema attenzione lo stato di salute del personale, i lavori scientifici e la storia remota dicono che il cavallo di troia nei contesti chiusi è inconsapevolmente il personale, che si infetta e magari in maniera asintomatica la porta nel contesto chiuso”, dice Galli intervenendo a Agorà.
“E’ successo in questa occasione ma anche in altre occasioni in passato. Il personale, arrivando al lavoro, ha infettato i poveri vecchietti. Il controllo dello stato di salute doveva essere effettuato anche negli ospedali. So che mi tirerò addosso l’ira di Dio. Siamo strapieni di evidenze per cui si può essere contagiosi anche senza febbre. Basta un membro del personale che del tutto inconsapevolmente e innocentemente porti l’infezioni all’interno della struttura e causi disastri”, afferma. “Bisogna avere un atteggiamento diverso, soprattutto in ospedale nei reparti non Covid e soprattutto bisognava averlo nelle Rsa”.

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