Ecco quando ma soprattutto come usare le mascherine

Chirurgiche, sanitarie, Ffp2 e Ffp3: tra ordinanze regionali e speculazioni, una guida per fare un po' di chiarezza

Mascherine
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7 Aprile 2020 - 08.19


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Mascherina sì o mascherina no, questo è il dilemma. Da cui ne partono molti altri ancora: quali utilizzare? Quante utilizzarne ogni giorno? Dove comprarle? E così via. In Italia la situazione è piuttosto diversificata in base alle regioni. La Lombardia, ad esempio, ha approvato un’ordinanza che obbliga chiunque esce di casa a indossare la mascherina, o in alternativa anche un foulard o una sciarpa su naso e bocca.

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In Valle d’Aosta sono obbligatorie per andare al supermercato e, in generale, nei negozi aperti. In Toscana l’obbligo dovrebbe partire già da oggi. Regioni come Sicilia e Campania sembrano essere orientate nella stessa direzione.

E nonostante il ministero della Salute e l’Organizzazione mondiale della sanità non abbiano dato ulteriori indicazioni sull’uso delle mascherine – lasciando invariata la raccomandazione di indossarle solo se contagiati, se si sospetta di aver contratto il nuovo coronavirus, se presenti sintomi quali tosse o starnuti oppure se ci si prenda cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus – ormai quasi tutti gli esperti concordano sul fatto che la mascherina andrebbe invece usata ogni volta che si esce di casa e quando in generale si trova a contatto con altre persone.

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Sembra invece da escludere l’ipotesi di indossarla quando si cammina all’aperto da soli o quando si è in automobile senza alcuna compagnia. La mascherina infatti è uno strumento utile solo quando può fungere da barriera fisica dalle goccioline emesse dalla bocca o dal naso, proteggendo chi le indossa e le persone che si trovano nelle vicinanze.

Considerata la difficoltà attuale nel reperire le mascherine, si consiglia di scegliere quella giusta in base alle necessità.

  • Secondo gli esperti, la mascherina chirurgica, ad esempio, deve essere utilizzata quando si ha necessità di uscire di casa per fare la spesa, andare in farmacia, per situazioni di emergenza e per recarsi a lavoro.
  • La mascherina FFP3, invece, è necessaria per gli operatori sanitari che operano in aree di degenza a rischio.
  • La mascherina FFP2 con valvola di esalazione è necessaria per i soccorritori e il personale del triage perché a contatto con persone potenzialmente contagiate. La valvola è di supporto a chi è costretto ad utilizzarla a lungo tempo in presenza di pazienti potenzialmente malati.
  • La mascherina FFP2 senza valvola è adatta a proteggere medici di medicina generale e guardia medica e deve essere inoltre indossata dalle Forze dell’Ordine in caso di emergenza.

​Dove acquistarle è uno degli altri nodi da sciogliere, considerata la grave carenza che abbiamo in Italia. Il decreto Cura Italia ha permesso la produzione e la vendita di mascherine chirurgiche in “autocertificazione”. In farmacia e online si possono quindi trovare tantissimi prodotti, molti anche in tessuto.

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Sul web sono inoltre disponibili vari tutorial per mascherine “fai da te”, ma è importante che chi acquista quelle in tessuto o chi le fa in casa tenga presenta che questo tipo di mascherine presentano dei limiti. Andrebbero quindi considerate alla stregua di semplici barriere meccaniche che agiscono quasi al pari di una sciarpa messa intorno alla bocca e al naso. Possono probabilmente bloccare gli schizzi più grossolani o evitare che i nostri starnuti finiscano addosso agli altri,  ma hanno un’efficacia protettiva molto più limitata. La carenza di presidi porta con sè anche una sorta di “far west” nei costi.

“Per quanto riguarda i prezzi, la situazione è davvero incontrollata”, conferma Altroconsumo in un’inchiesta condotta su 8 città italiane. “Si va da episodi chiaramente speculativi a farmacisti che, al contrario, le danno contingentate ma in regalo. Le differenze – continua –  sono apparentemente ingiustificabili: in una farmacia di Napoli una mascherina da loro definita ‘chirurgica’ viene venduta a 6 euro e 50 al pezzo, ben il 1200 per cento in più rispetto ai 50 centesimi del minimo venduto a Milano. In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una FPP2 a quasi 10 euro e una FPP3 a 35 euro”.

Su quante ne servano ogni giorno a una persona, dipende dagli impegni e abitudini. La regola è che chi ha a disposizione la classica mascherina chirurgica, oggi la più comune, la deve cambiare dopo all’incirca ogni 4 ore.

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Massima attenzione va posta alle modalità con cui si indossa la mascherina: prima di indossarle bisogna lavarsi le mani con acqua e sapone o strofinarle con una soluzione alcolica; poi bisogna indossarla prendendola dall’elastico, evitando di toccarla, assicurandosi che vengano coperti naso e bocca; quando diventa umida, va sostituita con una nuova e non riutilizzata.

Altrettanto fondamentale è fare attenzione a come toglierla e a dove buttarla. Per toglierla vale la stessa regola che si deve seguire quando la si indossa e cioè prenderla dall’elastico ripiegandola su se stessa ed evitando di toccare la parte anteriore con le mani.

È assolutamente sconsigliabile toglierla e poggiarla in aree della casa delicate, come il tavolo della cucina o un mobile del bagno. Piuttosto è consigliabile avere una zona filtro all’ingresso della casa, eventualmente un’antiporta, un corridoio o, laddove possibile, in una parte all’esterno della casa per chi avesse ad esempio un giardino. Va buttata poi in un cestino coperto ed è importante lavarsi subito dopo le mani. 

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