Il professor Galli: "Bisogna fare di più per gli infetti in casa altrimenti rischia tutta la famiglia"
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Il professor Galli: "Bisogna fare di più per gli infetti in casa altrimenti rischia tutta la famiglia"

Il direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco di Milano: "Questo crea la possibilità di una seconda ondata di necessità di ricoveri presso gli ospedali".

Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
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30 Marzo 2020 - 09.25


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Prudenza e la consapevolezza che si sono ancora alcuni fronti da mettere in sicurezza: “Per poter dire che c’e’ una reale diminuzione della pressione di casi di coronavirus sugli ospedali bisognerà’ attendere ancora “almeno una settimana”, ha detto il direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, intervistato da Mattino Cinque, che ha commentato le parole dell’assessore al welfare della Lombardia Giulio Gallera che aveva parlato di una flessione della pressione sugli ospedali negli ultimi 4 giorni.
“Nessuna intenzione di smentire la speranza di Gallera, mi auguro che sia così – ha detto Galli – ma prima di stabilire che veramente abbiamo questo trend, dobbiamo vederlo consolidato, dobbiamo vedere se effettivamente sarà cosi’ anche nei prossimi giorni”. 
 Il rallentamento dei ricoveri mostrato in un grafico certamente “è la curva che si impenna di meno” ma la lettura potrebbe essere diversa: “Mi auguro che non sia espressione del fatto che molta gente è a casa perché non riesce a entrare in ospedale. Questo è il possibile rovescio della medaglia” spiega Galli.
“Ma – aggiunge – credo che almeno per la Lombardia, seguendo anche quanto detto da Gallera, questo possa essere un iniziale trend. Ma – ribadisce – per poterlo dire ci vuole almeno una settimana. Se nell’arco della settimana continuerà ad andare così probabilmente sarà veramente così”.
“Resta il problema di quelli che sono in casa con l’infezione e per loro bisogna fare qualcosa anche di più significativo di quello che si è riusciti a fare”, prosegue il direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli. Serve “una vicinanza dal punto di vista delle diagnosi e dal punto di vista dell’organizzazione di una quarantena nelle famiglie in cui non si può stare in 5 o 6 in un ambiente confinato – spiega -. Se c’è una persona infettata è chiaro che poi si infettano tutti. Questo crea la possibilità di una seconda ondata di necessità di ricoveri presso gli ospedali”.
Cosa fare, in casa, se qualcuno ha dei sintomi riconducibili al coronavirus? “E’ triste dirlo ma quando uno ha un problema in casa, sia che sia lui il portatore o un convivente, tocca mettere la mascherina anche nella propria abitazione e utilizzare in maniera molto igienica il bagno, che deve essere sempre pulitissimo”. Sarebbe molto utile secondo Galli anche procurarsi un saturimetro per la misurazione dell’ossigeno, ma anche il professore ammette che è molto difficile trovarlo in vendita.

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