L'epidemiologo: "Non siamo ancora al sicuro, potrebbero scoppiare nuovi focolai"
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L'epidemiologo: "Non siamo ancora al sicuro, potrebbero scoppiare nuovi focolai"

Pierluigi Lopalco spiega: "Bisognerà aspettare che l'indice di contagio sia inferiore a uno, cioè quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di un'altra persona"

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28 Marzo 2020 - 16.09


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Nessuno deve esultare troppo presto. Sarà lunga. Per dire quando l’Italia sarà effettivamente al sicuro dal coronavirus, bisogna considerare il cosiddetto “R con zero” (R0), ovvero il tasso di contagiosità del virus. A spiegarlo è l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, secondo il quale bisognerà aspettare che “l’indice di contagio sia inferiore a uno, cioè quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di un’altra persona. E’ però difficile dire ora quando ciò accadrà”.

La teoria di R con zero Per lo scienziato “ci sono ancora troppe incognite e sarà necessaria ancora qualche settimana si sorveglianza stretta dei casi”. L’interruzione dell’epidemia, chiarisce Lopalco, “si ha quando l’indice di trasmissione definito ‘R con zero’ è al di sotto di 1. Ciò si evince da diversi parametri a partire dal numero dei casi e dalla stima della quota di persone che possono contrarre ancora la malattia rispetto a chi ha invece sviluppato gli anticorpi”.

 “Ci sono troppe incognite” E’ però ora “molto difficile – avverte – poter dire quando raggiungeremo il valore R con zero inferiore ad 1. Molto dipende dall’andamento dell’epidemia in Lombardia e speriamo che non ci sia un ulteriore aumento dei casi a Milano. Al momento, cioè, ci sono troppe incognite”. Prima dell’introduzione delle misure restrittive, in Lombardia si era arrivati anche a un valore di R0=4, cioé una persona (positiva) ne infettava altre quattro.

 “Estrema cautela con i dati sui contagi” Rispetto all’andamento generale della curva epidemica, Lopalco rileva come “ci sia un rallentamento che ci fa ben sperare, ma è necessaria estrema cautela prima di poter dire che abbiamo svoltato. La diffusione di un giorno è quella che in realtà risale ai contagi di almeno una settimana prima, quindi prima di pronunciarsi bisogna essere certi che il trend si stabilizzi”.

 “Potrebbero aprirsi nuovi focolai” Ciò che è certo, rileva, è che “le misure adottate stanno dando i loro frutti, ma al momento non si può dire quando si avrà un calo dei casi giornalieri perché potrebbero aprirsi nuovi focolai, così come – conclude – anche il cosiddetto picco è un concetto astratto e abbastanza relativo”.

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