L'infettivologo Galli: "Nelle popolazioni africane il coronavirus si sviluppa di meno"

Il direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano ha detto che verosimilmente c'è una diversa disponibilità e diverse caratteristiche dei recettori per il virus in alcune etnie

Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

24 Marzo 2020 - 17.57


ATF AMP

Al momento è una ipotesi. Basata non sul razzismo, perché le razze non esistono. Ma su un’analisi rispetto alle etnie.
“Verosimilmente c’è una diversa disponibilità e diverse caratteristiche dei recettori per il virus in alcune etnie, in alcune popolazioni, soprattutto di origine africana”.
Lo ha detto Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, spiegando ad Agorà, su Rai Tre, perché il contagio del Coronavirus si sviluppa meno in alcune popolazioni del continente Africano.

Top Right AMP

L’auspicio di Galli è che questo dato “possa essere confermato anche a livello di ricerca”.

FloorAD AMP
Exit mobile version